
Aborto, Toscana: bando per medici non obiettori, sì del Consiglio regionale. E’ polemica
FIRENZE – L’obiettivo della mozione era quello di dare piena applicazione alla legge 194 del 1978, ossia di avere personale in grado d’intervenire senza problemi nei casi d’interruzione di gravidanza. Fino a prevedere anche nel
caso di situazioni di grave carenza del personale medico non obiettore, l’indizione di concorsi pubblici con indicazione, tra i requisiti per la partecipazione, della disponibilità a svolgere tutte le specifiche funzioni in applicazione della
norma. L’atto, presentato da Sinistra italiana e approvato a maggioranza da Pd, M5S ed Mdp, ha suscitato la polemica di Fratelli d”Italia.
«Impedire l’assunzione dei medici obiettori di coscienza: una follia, – ha detto Giovanni Donzelli, capogruppo di Fdi – perché significa limitare la libertà di scelta e di coscienza. Se la Regione metterà in pratica questo aspetto, in Toscana sarà possibile discriminare sui luoghi di lavoro pubblici». Per Donzelli, l’atto votato «nasce da un principio distorto
perché parte dal presupposto che far rispettare la 194 significhi indurre all’aborto. La Regione Toscana in questo modo
prende la strada indicata già in Lazio, dove il presidente Nicola Zingaretti ha già bandito concorsi per soli medici non
obiettori. Ci batteremo contro questa assurdità». Il primo firmatario dell”atto, Paolo Sarti di Si, ne ha difeso i contenuti: «La 194 è una legge che ha dato i suoi risultati – ha detto – compito dello Stato è farli rispettare».