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Terrorismo: uccisi 36 guerrieri dell’Isis da Moab, la superbomba americana sganciata sull’Afghanistan

NEW YORK – Dopo le prime notizie contraddittorie si è definitivamente saputo che la superbomba sganciata ieri dagli americani sull’Afghanistan «ha causato la morte di 36 miliziani dell’Isis». Lo riferisce il ministero della Difesa afghano riferendosi a quella che gli Stati Uniti hanno definito la madre di tutte le bombe, lanciata ieri da un aereo sulla provincia di Nangarhar. In un breve comunicato si aggiunge che la bomba, del peso di 9,800 chili, «è stata lanciata in una rete di tunnel» nel distretto di Achin ed «ha completamente distrutto» l’obiettivo, «senza causare vittime civili».

Donald Trump dopo l’attacco in Siria la scorsa settimana e «l’armada» mobilitata al largo della Corea del Nord, ha ordinato il lancio della superbomba per colpire tunnel e grotte utilizzate dai miliziani dell’Isis. Un’arma potentissima, capace di sprigionare fino a 11 tonnellate di esplosivo e di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri, costruita dagli Usa ai tempi della guerra in Iraq nel 2003 ma finora mai utilizzata in combattimento.

«Un’altra missione di successo», ha esultato in serata Trump, che continua a lanciare messaggi al mondo intero, in particolare verso Mosca, Damasco, Pechino e Pyongyang. La bomba – definita in gergo dall’acronimo Moab (in realtà Massive Ordinance Air Blast), ufficialmente Gbu-43b – è stata pensata come un potentissimo deterrente non nucleare ed è stata messa a punto dall’Air Force a partire dal 2002 per essere poi inserita nel catalogo delle armi possibili contro Saddam Hussein in Iraq.

È stata sganciata per la prima volta ieri 13 aprile, alle 17.32 ora di Kabul, da un Mc130 dell’aviazione americana, su una rete di tunnel nel distretto di Achin, nella provincia di Nengarhar dell’ Afghanistan orientale, a ridosso della frontiera con il Pakistan. Una zona in cui, secondo le autorità americane, l’Isis utilizza bunker e tunnel invulnerabili per gli ordigni ordinari. Per questo, stando al generale John W. Nicholson, che comanda le forze americane in Afghanistan, la superbomba era lo strumento più adatto «per eliminare gli ostacoli e mantenere il vantaggio nella nostra offensiva contro l’Isis».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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