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Scuola: ricorsi di docenti precari contro la riforma accolti dai tribunali di tutt’Italia

Ministero istruzione

ROMA – Sono sempre più numerosi i casi di tribunali che danno ragione ai docenti precari, danneggiati, a loro avviso, dalle riforma della buona scuola, targata Renzi-Giannini, riconosciuta ormai come deficitaria anche dalla nuova ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, che piano piano sta smontando tutto l’apparato messo su dal rottamatore.

Il sindacato Anief ha da tempo intrapreso la battaglia legale a fianco dei propri iscritti e ci informa che il tribunale del Lavoro di Verbania ha voluto rendere giustizia per il trattamento riservato dal Miur a un docente, costretto per troppo tempo, oltre i 36 mesi massimi consentiti, a sottoscrivere solo contratti a tempo determinato su posti vacanti e disponibili. E il fatto che i posti ricoperti fossero liberi, sempre con scadenza 31 agosto, quindi utili per assumerlo, ha fatto propendere il giudice per un corposo risarcimento. Quasi tre lustri di precariato continuativo, a stipendio bloccato, valgono infatti il massimo del risarcimento previsto dalla legge: 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita, interessi legali e contestuale riconoscimento degli scatti di anzianità mai percepiti (avendo lavorato per 14 anni di precariato con lo stipendio bloccato), per un totale che supera i 25mila euro.

Quello di Verbania non è un caso isolato. Anche il Tribunale del Lavoro di Roma non ha fatto sconti e accoglie i ricorsi, riconoscendo per ben nove ricorrenti il diritto al risarcimento del danno «nella misura di 10 mensilità di retribuzione oltre interessi legali dalla data della presente sentenza al soddisfo, agli scatti di anzianità e al pagamento di un totale pari a 16mila euro di spese di giudizio». Stessa situazione anche per il Tribunale del Lavoro di Vicenza che ha accolto la domanda patrocinata Anief ammettendo l’illegittimità dei termini apposti ai contratti stipulati tra le parti successivamente al raggiungimento del termine triennale (previsto dalla legge per lo svolgimento dei concorsi) e la convenuta deve essere condannata a risarcire la parte ricorrente del danno derivante dall’abusiva reiterazione dei contratti precari, danno quantificato, come sopra detto, in n. 8 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto prevista dalla contrattazione di comparto per la qualifica e la posizione economica di assunzione della parte ricorrente, con maggiorazione di interessi e comminando a carico del Ministero dell’istruzione l’obbligo di corrispondere ai tre docenti anche gli scatti di anzianità e le spese di giudizio.

L’azione portata avanti dal sindacato ha ottenuto successi in molti altri tribunali del resto della penisola, ad esempio il Tribunale del Lavoro Tivoli, che ha prodotto due sentenze che riconoscono cinque mensilità di risarcimento in favore di altrettanti docenti. Stesso copione presso i Tribunali del Lavoro di Brescia, di Bergamo, di Campobasso, di Crotone, di Cuneo, di Lamezia Terme, di Ravenna (in questo caso anche disco verde per l’estensione dei contratti fino al 31 agosto di ogni anno), di Torino, di Udine. Le vittorie in giudizio dei professori assistiti da Anief sono state 44, per un totale a carico del Miur che supera i 350mila euro di risarcimenti comminati in una sola settimana, sia per risarcire le mancate o ritardate assunzioni, sia per il pagamento degli scatti di anzianità.

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