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Doha: quattro Stati arabi rompono i legami con il Qatar, accusato di finanziare il terrorismo

Qatar Doha

DOHA – L’Arabia Saudita, il Bahrein, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti hanno tagliato i legami con il Qatar, accusando l’emirato di compromettere la sicurezza dei suoi vicini e di finanziare il terrorismo. I quattro Paesi arabi hanno chiuso le frontiere e chiesto ai cittadini del Qatar di lasciare i propri territori entro due settimane.

Il Qatar è un paese con poco più di due milioni di abitanti, ma dotato di uno dei fondi sovrani più grandi del mondo. Meraviglie del gas naturale, la risorsa che ha fatto la fortuna del paese (è il primo esportatore e ha un Pil pro-capite fra i più alti al mondo) consentendo alla sua Qatar Investment Authority di accumulare, negli anni, enormi investimenti dagli Usa all’Europa, con in Italia un’alleanza accanto a Cassa depositi e prestiti.

Se negli gli Usa gli investimenti del Qatar sono sparsi fra proprietà e media e in Asia prevalgono energia e grattacieli, l”Europa è un nodo strategico: specie dopo la crisi finanziaria, che ha visto il fondo Qia accorrere alla richiesta d’aiuto di numerose banche: da Barclays (la quota è ora al 6,3%) a Credit Suisse, fino in tempi recenti a Deutsche Bank, dove Doha punta a superare il 10%.

L’Italia piace moltissimo alla monarchia degli Al Thani. Con partecipazioni importanti dalla moda (Valentino è stato rilevato nel 2012 da investitori qatarioti che controllano anche Pal Zileri) agli immobili, dal 100% di Porta Nuova, progetto di riqualificazione in centro a Milano, agli hotel di lusso come il Gallia di Milano o il Four Seasons di Firenze dove Matteo Renzi ha insediato il suo quartier generale. E fu proprio durante l”esecutivo Renzi che emerse l’idea di un salvataggio del Montepaschi per opera del Qatar per un miliardo, idea poi tramontata. Partecipazioni che si estendono fino al turismo della Costa Smeralda (e in Sardegna Qatar Airways detiene il 49% di Meridiana) e all’alimentare di Inalca.

C’è anche la grande industria europea: da Volkswagen, dove il piccolo Paese del Golfo controlla ben il 17%, al colosso russo Rosneft (9,75%) fino all’energia di Royal Dutch Shell (2,13%), alle materie prime di Glencore (9%). A Doha piacciono il calcio (gli emiri possiedono il Paris Saint Germain) e gli investimenti in Gran Bretagna (almeno 35 miliardi di dollari nel 2015 fra lussuose proprietà, quote nei grandi magazzini di Harrod’s, un 20% dell’aeroporto di Heathrow. Il fondo del Qatar è il primo investitore in Sainsbury e Qatar Airways è al 20% di Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e Aer Lingus.

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