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Parigi: polemiche sulle falle dei servizi di sicurezza

PARIGI – Mentre la procura di Parigi che si occupa di terrorismo sta procedendo ai dovuti accertamenti sul grave episodio dell’auto lanciata contro la polizia sugli Champs Elysées.

Adan D., un trentenne francese già noto agli 007, si è schiantato volontariamente con la sua auto, una Renault Megane, contro un furgone della Gendarmeria di pattuglia in quella che è una delle avenue più famose del mondo, tra Place de la Concorde e l’Arco di Trionfo.

Nato ad Argenteuil, nella banlieue parigina, era schedato con la lettera `S´ che indica gli individui radicalizzati a rischio. Secondo fonti del Parisien, sarebbero due bombole a gas, due pistole automatiche e due kalashnikov. Per il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, quanto accaduto conferma la «minaccia estremamente elevata» e l’urgente necessità di varare la nuova legge antiterrorismo promessa dal presidente Emmanuel Macron.

Ma intanto infuriano le polemiche sulle tv e sula stampa, e anche nel mondo politico. Anche in questo caso l’assalitore era noto ai servizi di sicurezza, aveva un regolare porto d’armi e in auto portava addirittur un arsenale fra pistole e kalashnikov. Come è stato possibile? Qualcosa evidentemente non ha funzionato, ma ormai sono troppe le disfunzioni rilevate nell’azione dei servizi e della sicurezza, nonostante l’ingente dispiegamento di forze che si nota nella capitale.

Proprio il giorno prima del nuovo attentato passeggiavo sulla più famosa Avenue di Parigi, a due passi dall’Eliseo, e avevo notato furgoni e camionette della polizia un po’ ovunque, pattuglie e piedi e a cavallo di polizia e gendarmeria, ma nonostante tutto il giorno dopo è successo quel che è successo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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