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Pd: Renzi attacca la sinistra e Prodi. Reagisce il professore, e con lui anche Veltroni, Franceschini e Orlando
ROMA – Con la sua solita arroganza e faccia tosta Renzi, dopo aver sostenuto la tesi del pareggio, anzi della quasi vittoria del pd alle recenti elezioni amministrative, ha ribadito la suo tesi, e cioè che il «modello Pisapia» non funziona, tanto è vero che si è perso a Genova e nelle città dove il centrosinistra correva unito. In più Renzi ha accomunato Prodi a quanti puntavano alla sconfitta ai ballottaggi per accusarlo. La risposta del Professore non si è fatta attendere: «Leggo che il segretario del Pd mi invita a spostare un po’ più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera». Nel frattempo piovevano altre critiche sul segretario, anche da un’intervista di Veltroni che spiegava a Renzi che «la vocazione maggioritaria non significa autosufficienza».
Reagisce, blandamente, perfino Dario Franceschini, che in un tweet ha ricordato i risultati negativi dei ballottaggi e ha affermato: «bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato? Il Pd è nato per unire il centrosinistra non per dividerlo». Andrea Orlando e Gianni Cuperlo, in una iniziativa della loro Area, hanno ribadito le critiche alla linea di Renzi. Senza dimenticare le esternazioni di Stefano Bonaccini: «ci sono pezzi di società che stanno voltandoci le spalle», anche perché «quando ti senti autosufficiente rischi di sfiorare l’arroganza».
Ma Renzi non sente ragioni, continua a sfidare tutti, stigmatizza le «polemiche interne al Pd» e afferma che «gli iscritti, i militanti e gli amministratori non meritano». «Se qualcuno vuole riportare le lancette al passato quando il centrosinistra era la casa delle correnti e dei leader tutti contro tutti, quelli che al mattino stavano in consiglio dei ministri e al pomeriggio in piazza a manifestare contro il Governo, noi non ci siamo».
Come si vede la confusione regna sovrana, Renzi non è certo il leader adatto per unire, anzi, e quindi ne vedremo delle belle nella Direzione del Pd fissata per il 12 luglio.
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