Migranti: Austria fa marcia indietro, Minniti vola in Tunisia
ROMA – Un nuovo incontro del ministro Marco Minniti con le autorità tunisine, dopo quelli recenti in Libia. Il ministro punta a realizzare un accordo forte col vertice del «gruppo di contatto» europeo-africano. Dalla parte «europea» del tavolo ci sarà anche il commissario alle migrazioni Dimitri Avramopoulos che ha già assicurato all’Italia di essere pronto a mettere sul piatto dell’intesa con i paesi africani almeno 200 milioni di euro, che dovrebbero andare a sostenere lo sviluppo economico delle nazioni africane coinvolte, ma anche la costruzione di luoghi di accoglienza per i migranti e richiedenti asilo. Ci saranno fondi anche per sostenere i rimpatri volontari assistiti per coloro che non possano accedere all’accoglienza umanitaria.
Una sorta di nuovo migration cornpact, insomma, al quale dovrebbe cooperare anche l’Unhcr, l’agenzia Onu perle migrazioni, che si detta disponibile a investire nell’accoglienza dei richiedenti asilo e in strutture che permettano di valutare le loro richieste in loco lino a sessanta milioni di euro. All’incontro – in programma oggi – parteciperanno i ministri dell’interno di Tunisia, libia, Ciad, Niger, Algeria, Francia, Italia, Svizzera, Austria, Germania, oltre ad Avramopoulos.
AUSTRIA – Intanto l’Austria fa marcia indietro e il cancelliere frena sulla polemica con l’Italia. Per Christian Kern, «al Brennero viene messa in scena un’emergenza che non esiste. Ancora oggi – ha detto a Presse am Sonntag – dai Balcani arrivano più richiedenti asilo che dal Brennero. Una chiusura del Brennero colpirebbe soprattutto l’Alto Adige». Secondo Kern, Vienna «deve stare attenta a non finire in un gruppo con Viktor Orban e la Lega Nord. Chi è contro tutti, resta solo. La reputazione dell’Austria non va messa a rischio per una campagna elettorale», ha aggiunto in riferimento alle prossime elezioni.
«Serve più sensibilità nei confronti dell’Italia», ha detto Kern dopo aver chiamato Paolo Gentiloni, che ieri aveva respinto al mittente le «improbabili lezioni» impartite nei giorni scorsi da Vienna e Budapest- «Abbiamo una posizione molto dignitosa che ha messo l’Italia e l’Europa dalla parte giusta della storia», ha commentato il ministro degli Esteri Angelino Alfano: «Non credo che l’Austria abbia titolo per chiederci di chiudere i porti».