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Pensione: quasi pronto il decreto sull’Ape volontaria. Cambia anche la pensione anticipata

ROMA – E’ pressoché pronto il decreto sull’Anticipo pensionistico (Ape) volontario, con 63 anni e 20 di contributi, pagando una rata sul prestito. Il testo è stato modificato raccogliendo diverse osservazioni del Consiglio di Stato. Tra i suggerimenti c’è il riconoscimento della retroattività della misura, a partire dal 1 maggio per chi ne abbia i requisiti e lo domandi. Su questo il governo è al lavoro per inserire la clausola, ultimo nodo da sciogliere prima di chiudere il provvedimento, che dovrebbe essere firmato a giorni, per diventare operativo a settembre.

Ecco come dovrebbe funzionare l’Ape volontaria:

– I REQUISITI PER ACCEDERE: Al momento della richiesta bisognerà avere almeno 63 anni di età, 3 anni e sette mesi di distanza massima dalla pensione di vecchiaia, 20 anni di contributi).

– LA RATA PER IL PRESTITO: Chi vorrà usufruire dell’anticipo pensionistico volontario pagherà una rata sulla pensione netta futura da un mino del 2% fino al 5-5,5% medio annuo, ma il valore netto sarà inferiore grazie al credito d’imposta previsto in legge di Stabilità (che può arrivare fino al 50% dell’interesse sul finanziamento e sul premio). L’obiettivo sarebbe arrivare a un Taeg pari al 3,2%.

– L”ITER PER ACCEDERE ALL’APE: Una volta chiesta la certificazione della pensione futura all’Inps il lavoratore avrà informazioni su banche e assicurazioni aderenti all”iniziativa e sottoscriverà online la proposta e la quantità prescelta di Ape.

– IL PRESTITO, LA DURATA E LE CLAUSOLE: La somma d’anticipo viene erogato in rate mensili mentre all’età di vecchiaia l’Inps erogherà la pensione al netto della rata di ammortamento inclusiva di restituzione del capitale, interessi e assicurazione. Se il pensionato muore prima di aver finito di restituire il prestito l’assicurazione paga il debito residuo e l’eventuale reversibilità viene corrisposta senza decurtazioni. Dopo 20 anni dal pensionamento si completa la restituzione e la pensione torna al livello normale.

– IL BACINO, QUASI MEZZO MLN DI LAVORATORI: La platea potenziale per l’Ape volontaria secondo le stime del governo sarà di 300.000 persone nel 2017 e di 115.000 nel 2018.

Con scatto asticella più alta anche per anticipata – Dal 2019, se nulla cambierà, anche la pensione anticipata slitterà di 5 mesi, per effetto dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita. Il requisito passerebbe per gli uomini da 42 anni e 10 mesi a 43 anni 3 mesi, mentre per le donne si porterebbe da 41 anni e 10 mesi a 42 anni e 3 mesi. E’ quanto emerge dalle tabelle contenute nel rapporto della Ragioneria generale dello Stato sulle tendenze del sistema pensionistico. In termini di spesa previdenziale l’impatto più forte arriva proprio da quella che una volta era chiamata anzianità, mentre pesa meno, ‘in soldoni’, il rialzo dell’età relativo all’uscita per vecchiaia (come noto aumenterebbe a 67 anni da 66 anni e 7 mesi). Fin qui la situazione a bocce ferme, aspettando che l’Istat renda disponibile il dato definitivo sull’aspettativa di vita tra il 2014 e il 2016. Dato che dovrebbe arrivare a fine ottobre.

Damiano, almeno fermare l’età per l’Ape a 63 anni – Sia l’Ape social che quella volontaria scadono a fine 2018, subito dopo, a partire dal 2019, scatterebbe l’aumento di cinque mesi per l’età di uscita. A farlo notare è il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd). In ogni caso – aggiunge – se, come auspico, l’Ape dovesse essere confermata oltre la fase di sperimentazione, la conseguenza sarebbe uno slittamento di cinque mesi dei requisiti per accedere al pensionamento anticipato: da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Per Damiano tutto questo è altamente contradditorio: tutta la materia andrebbe ridefinita, agendo sull’età pensionabile, con un rallentamento dell’adeguamento all’aspettativa di vita, o dal lato dell’Ape, mantenendo fermi i 63 anni).

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