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Elezioni: Renzi contro tutti, l’autunno caldo della sinistra

ROMA – Un autunno caldo, per la sinistra italiana. Così si annuncia la stagione che si apre e che porterà alle elezioni nel 2018. In gioco ci sono i progetti paralleli, e per ora alternativi, di Giuliano Pisapia – auspice Laura Boldrini – di costruire un nuovo centrosinistra (il Pd non è autosufficiente, ha attaccato l’ex sindaco) e di Matteo Renzi di creare le basi per un Partito democratico largo e forte, che sia in grado di puntare da solo al 40%. A questa lotta bipolare si aggiunge il tentativo di numerosi esponenti Pd, da Dario Franceschini ad Andrea Orlando, di creare le condizioni perché il Pd non corra da solo, come sembra voler fare Renzi, ma si apra a una coalizione. Un tentativo che potrebbe portare alla messa in discussione della leadership di Renzi, se in Sicilia a novembre ci sarà una sconfitta Dem. E non c’è dubbio che Renzi guardi con sospetto alla crescente popolarità del ministro Minniti, che potrebbe diventare l’alternativa credibile, in vista delle elezioni, per il ruolo di premier.

Comunque vadano le elezioni regionali siciliane, ha avvertito il leader Pd prima di andare in vacanza, non potrà essere riaperto il congresso che lo ha rieletto segretario pochi mesi fa. Il segnale, questo, che al Nazareno si è già messo in conto l’assalto e ci si prepara a fronteggiarlo. Renzi proverà a tirar dritto per la sua strada e costruire la lunga campagna elettorale per le politiche a partire dal tour in treno che avvierà a settembre, quando il discorso di chiusura della festa dell’Unità di Imola, nello stesso weekend dell’incoronazione del candidato premier M5s, aprirà i giochi. A ottobre è poi prevista la conferenza programmatica Italia 2020, un’occasione anche per rinsaldare i rapporti con la minoranza Dem (a organizzarla, con il vicesegretario Maurizio Martina, ci saranno Delrio, Boschi e Chiamparino, ma anche Orlando e Michele Emiliano).

A ottobre però il confronto a distanza sarà con l’assemblea che dovrebbe segnare la nascita del nuovo soggetto unitario del centrosinistra alternativo al Pd. Il processo non è facile né scontato: tra il Campo progressista di Pisapia e l’Mdp di Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza già a luglio sono emerse alcune divergenze. Su tutte, proprio il rapporto con il Pd, che Pisapia vuol tenere aperto, a dispetto dello scetticismo dei bersaniani. Ma, salvo novità clamorose, il nuovo soggetto (potrebbe chiamarsi Insieme o scegliere un altro nome), vedrà la luce. E punterà ad essere il più largo possibile, coinvolgendo non solo la sinistra-sinistra ma anche gli ex democristiani. E avere la benedizione di un padre nobile del centrosinistra come Romano Prodi: la sua sarebbe una adesione pesante per il Pd.

Ma c’è chi spera ancora che il centrosinistra possa correre alle urne tutto unito, Pd incluso. Da soli si perde, ha detto Dario Franceschini a Renzi. Mentre Orlando e Cuperlo tengono i contatti con Pisapia (a inizio settembre ci sarà un’iniziativa comune). Gli esponenti della sinistra Dem negano di volere una nuova scissione del Pd: proveranno dall’interno a condurre la battaglia per una legge elettorale che preveda le coalizioni (anche Fi rema in questa direzione). Se la manovra riuscisse, Renzi, Pisapia e Bersani potrebbero trovarsi insieme. E a quel punto primarie di coalizione, ha detto apertamente Cuperlo, potrebbero decidere a chi spetta la premiership.

Ma ad ora lo scenario è tutt’altro, la prospettiva è che si voti con il Consultellum, che dà il premio di maggioranza alla Camera alla lista che superi il 40% e al Senato blocca l’accesso ai partiti che non raggiungano l’8% (3% se coalizzati). E così Renzi insiste per ora sullo schema di lista (dentro vorrebbe pure Pisapia, che però ha già detto di no): proverà a rilanciare la vocazione maggioritaria che ha ispirato il Pd del Lingotto, nato dieci anni fa. Il segretario derubrica i malumori crescenti tra i Dem a timori di un ceto politico che già pensa alle liste elettorali. Ma la partita è lunga e una sconfitta in Sicilia potrebbe esporlo all’assedio degli avversari interni ed esterni.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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