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Banche: quelle italiane sono troppo poco redditizie, l’allarme di Bankitalia

Bankitalia

ROMA – Nonostante tutte le ristrutturazioni avvenute negli ultimi anni le banche italiane ancora non sono in grado di avere una reddittività concorrenziale e debbono diminuire l’erogazione dei prestiti alle imprese. E’ questo il giudizio della Banca d’Italia. Le banche italiane «sono troppo poco redditizie», a prescindere dal fardello dei crediti deteriorati o dai bassi tassi d’interesse, e «devono ripensarsi, ridefinirsi, anche alla luce degli sviluppi tecnologici». Lo ha dichiarato oggi a Courmayeur il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi. Chiudendo il convegno «La banca nel nuovo ordinamento europeo: luci e ombre», Rossi ha anche criticato il cospicuo e perdurante ricorso delle imprese italiane agli istituti di credito come fonte di finanziamento.
«Negli ultimi cinque anni – ha detto il direttore generale di Via Nazionale – il rendimento del capitale e delle riserve (o return on equity) delle nostre banche è stato sostanzialmente nullo, mentre nell’area dell’euro era di poco inferiore al 2%, nel Regno Unito del 3%, e negli Stati Uniti addirittura del 9%». Rossi ha anche avvertito che il return on equity (Roe) degli istituti di credito italiani è da qualche anno «parecchio inferiore al costo del capitale». Ciò «rende non agevole il reperimento di nuove risorse sui mercato dei capitali», ha aggiunto. Secondo Rossi, il bassissimo Roe delle banche italiane è causato dal «loro modello di business tradizionale», caratterizzato in gran prevalenza da prestiti a imprese.

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