
Firenze: bike sharing (e non solo), la maleducazione impera sovrana
FIRENZE – Il sindaco Nardella, commentando il successo finora riscontrato dal nuovo servizio di bike sharing in città, gestito da Mobike, aveva posto giustamente l’accento sulla maleducazione degli utenti che non si attengono alle poche regole da seguire per il noleggio del mezzo, soprattutto del deposito del mezzo, ma le abbandonano ovunque in città. Parafrasando una frase famosa ripresa dagli aforismi di Pietro Metastasio potremmo dire che a Firenze «ovunque il guardo io giro bici arancioni vedo», ma non circolanti o depositate regolarmente, bensì abbandonate ovunque faccia comodo agli utilizzatori, incuranti della sicurezza e delle regole. Oltre a bici circolanti in senso vietato, sui marciapiedi dove non esistono piste ciclabili, parcheggiate accanto a portoni di edifici privati.
Abbiamo ripreso alcune foto che testimoniano della fantasia irresponsabile di alcuni utenti, che hanno addirittura posteggiato, direi meglio gettato, le bici arancioni dentro il torrente Mugnone. Qui di seguito un campionario di posteggi poco regolari, anzi direi proprio testimonianza di menefreghismo e scarso senso civico.
Per non parlare poi della maleducazione imperante anche fra i turisti, che invadono scalinate di chiese, chiostri, sedendosi per terra o sulle scalinate o sui sagrati, lasciando residui di cibo, bottiglie, cartacce, nonostante il fatto che il comune abbia potenziato la presenza di cestini per rifiuti, soprattutto nelle zone centrali. Mentre di notte impera il popolo della movida. Non bastano multe o richiami per frenare questo andazzo, forse sarà necessario ricorrere anche all’installazione di barriere fisiche intorno ai principali monumenti, per tenere lontani i turisti da bivacchi in zone che, nonostante tutti i controlli e interventi possibili, possono diventare pericolose. Quanto accaduto a Santa Croce ci è di ammonimento.