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Elezioni Sicilia: vince il centrodestra, M5S primo partito, crollo della sinistra e del Pd di Renzi

Sicilia 1

PALERMO – Quando sono state scrutinate 4.220 sezioni su 5.300, e quindi il risultato si può considerare quasi definitivo, vince il candidato del centrodestra, Nello Musumeci col 39,6%, seguito da Giancarlo Cancelleri, M5S, col 34,9, e dal candidato del Pd renziano Fabrizio Micari, che si ferma a un deludente 18,6.

Chi può in ogni caso esultare è il M5S, i dati degli scrutini per ora assegnano ai pentastellati lo scettro di primo partito con più del doppio dei consensi rispetto a Forza Italia e al Pd: al Movimento viene attribuito un 28% , a fronte del 13% degli azzurri e dell’11% dei dem, seguiti a breve distanza da FdI-Salvini che arriva al 9%

Dunque avevano visto giusto exit poll, proiezioni e dati scrutinati è il tracollo del centrosinistra, che esprimeva la giunta regionale uscente. Il candidato di Pd-Ap (e altre liste civiche), Fabrizio Micari, non riesce a superare il 20%; quello della sinistra, Claudio Fava, resta sotto quota 10. Un risultato deludente, riconosciuto anche dallo stato maggiore del Nazareno, che ha allargato il solco che separa il partito di Renzi dai fuoriusciti di Mdp e che apre ad una resa dei conti interna che si annuncia particolarmente dura. Con questi risultati però sarà arduo fare un Governo anche in Sicilia.

Già a poche decine di minuti dalla chiusura dei seggi, quando gli exit poll davano il loro responso impietoso, dal Pd sono partiti attacchi nei confronti dei transfughi, accusati di aver voluto sostenere Fava solo per danneggiare Renzi, e contro il presidente del Senato, Pietro Grasso, «colpevole» di non aver accettato la candidatura che gli era stata proposta nel tentativo di unire nel voto siciliano le anime del fu Partito Democratico, ormai divise in Parlamento. Lo stesso numero uno di Palazzo Madama, che nei giorni scorsi aveva formalizzato la sua uscita dal gruppo parlamentare dem, ha liquidato le polemiche come «una patetica scusa utile solo ad impedire altre e più approfondite riflessioni».

Ora ci si avvia verso le elezioni politiche 2018 e si apre, a sinistra, il processo al segretario Matteo Renzi, da molti ritenuto responsabile della débacle siciliana, ma anche di tutte le altre, a partire dal referendum 2016. Pisapia e gli altri ex Pd, confluiti in Mdp, non sembrano molto propensi ad allearsi con i renziani, perché il segretario è, a loro giudizio, uomo che divide e non unisce. Mentre il M5S prende nuovo slancio da questo successo e il centrodestra ha avuto l’ennesima conferma che presentandosi unito e sotto la guida di berlusconi padre nobile, può sconfiggere il centrosinistra sempre più diviso. Con questo scenario, che certamente non piacerà al Presidente Mattarella, ci si avvia verso elezioni politiche nazionali, con la quasi certezza che, così come in sicilia, non si riuscirà a fare una maggioranza coesa che assicuri la governabilità necessaria al nostro paese.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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