Skip to main content

Pensioni: ultima spiaggia per l’accordo governo -sindacati, ma è difficile l’intesa

ROMA – Trovare la quadra non è scontato, e in ogni caso non sarà affatto semplice. Senza correzioni su giovani e donne la Cgil non firmerà l’accordo con il governo sulle pensioni. Il sindacato mantiene il punto perché le proposte fatte finora dall’esecutivo mettono una pietra tombale sull’idea di cambiare un sistema che non è equo, come ha
scandito Susanna Camusso, sottolineando che comunque non è certo da questo che dipende il futuro della sinistra. E mentre la leader Cisl Annamaria Furlan parla di risultati importanti e giudica sbagliato l’atteggiamento della Cgil, la Uil continua nel suo ruolo di pontiere auspicando da un lato, dice Carmelo Barbagallo, più attenzione a donne e giovani e dall’altro che si riesca a mantenere l’unità sindacale.

Sullo sfondo anche le valutazioni dell”Unione europea, che guarda con la massima attenzione, ed apprensione, a ogni
minimo movimento attorno al sistema previdenziale e che già ha il suo da fare a definire la posizione da prendere nei confronti dell’Italia. Il programma di bilancio di Roma, nelle valutazioni di Bruxelles, si scosterebbe dai parametri concordati e potrebbe comportare intanto un giudizio sospeso seguito, nella peggiore delle ipotesi, dalla richiesta di misure aggiuntive. La prossima settimana sarà quella clou. Le pagelle della Commissione arriveranno mercoledì.

Nel frattempo oggi, nel nuovo round con i sindacati, il governo cercherà di portare a casa l’accordo almeno con Cisl e Uil, anche se ancora non è persa la speranza di fare rientrare anche la Cgil. Molto difficile che si possa accogliere la richiesta di prendere un impegno concreto sulle future pensioni dei giovani perché, si ragiona in ambienti di governo, in questo momento non ci sono né le risorse né la forza politica necessarie per andare a Bruxelles a spiegare che si riforma il sistema contributivo. Anche se i costi non sono tema di oggi, come ripete Susanna Camusso, ma scattano tra 15 anni, la tenuta del sistema pensionistico viene valutata nel medio-lungo periodo e quindi anche la minima modifica deve avere il benestare dei guardiani dei conti europei.
Se saltasse l’accordo non è nemmeno detto che il governo darebbe seguito a tutte le proposte presentate ai sindacati.
Senza intesa sarebbe anche più complicato contenere le pressioni parlamentari, con l’esame della legge di Bilancio
che entrerà nel vivo sempre da oggi. Gli emendamenti sulle pensioni sono numerosi, e vanno dalla richiesta di rinvio tout court del decreto direttoriale che sancirà l’aumento di 5 mesi dell”età dal 2019 riproposto da Mdp, alla tutela per i caregiver, che sta raccogliendo consenso bipartisan, alla proroga dell’Ape social suggerita dal Pd, che ha presentato una proposta che vale 70 milioni per questo capitolo, ma si allarga anche a correggere i requisiti per l’acceso dei disoccupati e di chi è stato impegnato in lavori gravosi, andando quindi oltre
quanto prospettato dal governo ai sindacati.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741