Milano, deraglia treno: chi sono le tre vittime. Le prime conclusioni dell’inchiesta
MILANO – Le vittime del deragliamento del convoglio di Trenord a Pioltello sono tre donne: Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano), Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio e Ida Maddalena Milanesi, aveva 61 anni, originaria di Caravaggio (Bergamo).
Inquirenti e investigatori hanno trovato e sequestrato il pezzo di binario (23 centimetri di lunghezza) che si è staccato dalla rotaia dove viaggiava il treno deragliato nel Milanese. E’ stato trovato a una ventina di metri di distanza. La rottura, stando alle indagini, è avvenuta sopra una giuntura del binario e un chilometro circa prima della stazione di Pioltello.
I tecnici hanno escluso qualsiasi malfunzionamento degli scambi della stazione di Pioltello. Al contrario, è risultato che i sistemi di sicurezza della rete hanno funzionato: i sensori posizionati sugli scambi hanno rilevato il passaggio anomalo di alcune vetture del treno ed hanno disposto a “via impedita” tutti i sistemi di segnalamento, bloccando di fatto la circolazione nell’area.
Sono state tre le vetture del treno regionale 10452 Cremona – Treviglio – Milano Porta Garibaldi uscite dai binari. Il treno – secondo una prima ricostruzione di Rete Ferroviaria Italiana, che gestisce l’infrastruttura – ha percorso con alcune ruote fuori dalle rotaie circa due chilometri prima che una delle tre vetture impattasse un palo della trazione elettrica e si accartocciasse. A quel punto il treno si è scomposto.
A causa del deragliamento del treno regionale 10452, fra Milano e Brescia il traffico ferroviario è sospeso sia sulla linea direttissima , sia sulla linea “lenta”. Fermi anche i treni di Trenitalia, secondo quanto si apprende da Rete Ferroviaria Italiana (gruppo Fs).
PIERLUIGI
Seguitiamo a spendere milioni e milioni di euro per accogliere persone che in stragrande maggioranza non ne hanno diritto, tralasciando le spese per la manutenzione di ferrovie e strade.
Tra qualche tempo ci accoderanno alle ferrovie indiane.
Lo stesso dicasi per la tanto decantata assistenza sanitaria.