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Boeri: servono fondi per finanziare la non autosufficienza, propone contributo dello 0,35% anche sulle pensioni

Tito Boeri e Matteo Renzi

ROMA – «Se si prosegue come si è fatto fin qui, si rischia un circolo vizioso, per il welfare in Italia ci sono tante cose da fare e servirebbe un piano di legislatura.
Vanno razionalizzati gli strumenti esistenti, per usare meglio le risorse e dare di più a chi ha più bisogno». Così il presidente dell’Inps Tito Boeri, in un’intervista all’Avvenire tratteggia la situazione ed esprime preoccupazione per il clima del dibattito in corso: «non solo si tende a ignorare i temi veri, ma ci si allontana dalla soluzione dei problemi – dice-. Le due opzioni di cui più si parla sono l’azzeramento dei flussi d’immigrati e l’aumento della spesa pensionistica. Ambedue riducono gli spazi per la non autosufficienza, che invece è un problema da affrontare per tempo, per non trovarci spiazzati dopo». Boeri ricorda che la popolazione oltre i 65 anni è destinata già nell’arco della prossima legislatura, ad aumentare da circa il 22% a oltre il 24% e spiega che si rischia di scaricare sulle famiglie tutto il problema della non autosufficienza e ricorda gli esempi di altri paesi che hanno un mix di cura informale e formale. Ma per tutto questo afferma servono soldi con le necessità destinate a salire di 1 punto di Pil entro il 2050, passando dal 2 al 3%. Questa spesa – dice allora- si potrebbe finanziare con un piccolo contributo – lo 0,35% – da versare al Fondo. E sarebbe utile richiederlo anche ai pensionati».
Per quanto riguarda le pensioni il presidente Inps ribadisce che la cosiddetta “quota 100” per tutti e i 41 anni di contributi aggraverebbero il debito pensionistico implicito di 85-90 miliardi e lancia l’allarme calo demografico che inciderà anche su un aumento del debito pubblico: «ipotizzando un blocco dell’immigrazione, in 5 anni perderemmo 1,5 milioni d’italiani, questo significa tra i mille e i 1.500 euro di debito in più cadauno. Anche per questo è importante integrare gli immigrati
nel mercato del lavoro». Presidente, rinnoviamo l’invito a preoccuparsi del profondo rosso dell’inps, alle strategie di lungo periodo ci debbono pensare i politici, non i tecnici bocconiani paracadutati da Renzi.

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