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Morte di Astori: il cuore del capitano, i Della Valle, Firenze in lutto, il futuro (Video)

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Era grande, il cuore del capitano. Un cuore che palpitava e portava solidarietà ogni volta che Firenze chiamava lui e i suoi compagni. Mi ha colpito, fra i tanti messaggi di cordoglio, quello di una mamma che ringraziava Davide Astori che cercò di consolarla per un dolore inconsolabile. Grande cuore, quello del capitano: capace di riunire nel dolore coloro che, fino alla mattina tragica di domenica 5 marzo, erano profondamente e irrimediabilmente divisi: ossia i Della Valle e i tifosi viola. Andrea e Diego sono accorsi. Soprattutto sono tornati a Firenze. Intendiamoci: se questo era il prezzo da pagare, avrei preferito che i fratelli andassero su Marte e i tifosi viola su Giove. Però il destino scrive storie vere che nessun autore immagina. Così il cuore del capitano ha provocato un riavvicinamento inaspettato fra la famiglia e Firenze. Che cosa succederà, d’ora in avanti, non lo so. Però confido nel buon senso e nella ragionevolezza delle persone. Nei prossimi giorni i tifosi e i Della Valle si troveranno per l’ultimo saluto ad Astori, in una giornata che il sindaco Dario Nardella ha annunciato di lutto cittadino. Una giornata per onorare quel cuore di capitano che ha smesso di pulsare prima dell’ennesima battaglia. Chissà, potrebbe anche essere una giornata di ripartenza per la Fiorentina. Succede anche nelle famiglie: il dolore stempera le baruffe.

Astori in azione

FRAGILITA’ – Quel cuore grande si è anche rivelato, alla fine, assai fragile. Fino a fermarsi nel cuore della notte, durante il sonno e non, magari, nel momento di massimo sforzo per tentare di bloccare incursioni di Dzeko, Higuain, Maurito Icardi. No, quel cuore si è fermato nella cameretta di Udine, dopo la buonanotte a Sportiello e una partita alla play station. L’ho scritto a caldo, nella breve nota buttata giù sotto la notizia della scomparsa di Astori: non avevo mai visto un atleta andarsene nel sonno. Vorrei capire perchè è successo. Mi auguro l’autopsia dia risposte. Durante la mia carriera ricordo almeno tre drammi: quello di Giuliano Taccola, calciatore di Uliveto Terme, in provincia di Pisa, che giocava nella Roma e morì durante una trasferta a Cagliari; poi quello di Renato Curi, ala del Perugia, stroncato forse dalla fatica durante una partita con la Juve; infine il sacrificio relativamente più recente di Pier Mario Morosini, di Bergamo come Astori, che spirò con la maglia del Livorno. Mi sono letto anche le frasi di Sabrina Curi, figlia di Renato, la quale si è sentita come crocifissa alla notizia della morte del capitano della Fiorentina. Però nessuno di loro, lo ripeto, è morto nel sonno. Ho conosciuto tanti medici sportivi, che hanno lavorato per la Fiorentina e non solo. Fra questo Ernesto Alicicco, storico dottore giallorosso romanista, il quale, dopo aver appreso di Astori, ha commentato: «Ogni sei mesi i professionisti del calcio vengono monitorati anche dal punto di vista cardiologico. Astori è stato anche in Nazionale. Non scappa mai nulla. Ci possono essere mille cause: poteva essere che di notte avesse degli arresti perché era bradicardico, ma tutto questo lo verifichiamo quando facciamo i controlli, per cui mi sembra molto strano, perché si dovrebbe vedere. Se all’improvviso è deceduto per un’aneurisma, che si è rotto, quello non si può vedere. Di norma non andiamo a fare risonanze magnetiche con contrasto». Quindi, dopo la dissertazione medica, la resa: «Quando capitano queste cose, anche noi medici ci restiamo male e ci rendiamo conto che la vita, purtroppo, è nelle mani di nostro Signore e non nelle nostre…». Tuttavia, mi auguro davvero che la medicina risponda alla domanda: perchè è successo? Lo vogliono sapere la compagna Francesca, la figlia Vittoria, i genitori di Davide e tutti i tifosi viola. Si accenda la luce laddove quel cuore tanto valoroso si è spento.

Lo striscione dei tifosi viola appeso al cancello dello stadio Franchi

AMICI – Tutta l’Europa, ma sarebbe meglio dire tutto il mondo del calcio sta piangendo Davide Astori. I grandi club (Barcellona, Real Madrid, le squadre della Premier e della Bundesliga) hanno mandato messaggi di profondo cordoglio. Dei calciatori che militano in Italia cito quelli che ho trovato: Gigi Buffon, Radja Nainggolan, Francesco Totti, Adem Ljajic e tanti, tanti altri. Così come gli allenatori: da Cesare Prandelli a Vincenzo Montella a Rudi Garcia. L’elenco sarebbe lunghissimo, ma la cosa che mi preme è solo far capire quanto il lutto della Fiorentina abbia colpito tutti. E allora ricomincio daccapo: facciamo in modo che il sacrificio del capitano ridia serenità alla Fiorentina. I Della Valle si guardino dentro e decidano quale sia la scelta migliore: andar via se non se la sentono più o rilanciare con convinzione, ritrovando la passione di 16 anni fa. E i tifosi dicano quello che si aspettano, ma si mostrino comprensivi. Tutti insieme, pronti a fare un passo avanti (o indietro) in omaggio al grande, fragile cuore di capitan Astori che si è fermato prima d’indossare per l’ennesima volta la maglia viola.


Sandro Bennucci

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