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Consip: Marroni, ex Ad dell’azienda, insiste nelle accuse contro il ministro Lotti

L'assessore Luigi Marroni
Luigi Marroni, ad di Consip, ed ex assessore alla sanità della Regione Toscana

ROMA – L’ex ad di Consip, Luigi Marroni, ha ribadito le sue accuse al ministro dello Sport, Luca Lotti, nel corso del confronto davanti ai pm di Roma che indagano sulla fuga di notizie nell’ambito dell”inchiesta che riguarda la Centrale unica d’acquisti della Pubblica amministrazione. In
sostanza ha confermato ciò che disse davanti ai carabinieri del Noe e ai pm di Napoli: ovvero che fu proprio Lotti – oltre che il presidente di Publiacqua Firenze, Filippo Vannoni e il generale Emanuele Saltalamacchia – a rivelargli dell’indagine in corso. In seguito alla fuga di notizie Marroni fece bonificare l’ufficio dalle cimici installate dagli investigatori. Replica a stretto giro Lotti, ribadendo con fermezza la sua completa estraneità alle accuse di Marroni e sottolineando che le dichiarazioni dell’ex ad di Consip non avrebbero fatto riferimento a cimici. Il faccia a faccia arriva il giorno dopo
il confronto tra lo stesso Marroni e l’ex comandante della Legione Toscana dell”Arma, Emanuele Saltalamacchia.
Il 20 dicembre di due anni fa l’ex amministratore delegato di Consip raccontò per al prima volta ai pm napoletani John Woodcock e Celeste Carrano di essere stato informato dell’inchiesta. Una versione respinta da Lotti davanti ai pm di Roma. In due circostanze, l’ultima nel luglio scorso, il
ministro ha affermato di non avere comunicato mai a nessuno dell’esistenza di indagini perchè non ne era a conoscenza. La versione di Marroni è stata negata fermamente dal ministro Lotti durante due interrogatori.
Il confronto davanti ai magistrati rientra nell’attività istruttoria che in queste settimane sta proseguendo dopo la richiesta di proroga delle indagini, per altri sei mesi, ottenuta dai pm di Roma nel dicembre scorso. In totale il gip Gaspare Sturzo ha dato l’ok alle indagini per 12 indagati nella
maxi inchiesta. Si tratta di soggetti coinvolti in filoni diversi. In particolare, oltre a Lotti, i pm hanno ottenuto la proroga anche per Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo, per il generale dei carabinieri Tullio Del Sette e per l’ex comandante della Legione carabinieri Toscana, Emanuele Saltalamacchia.
Altri sei mesi di indagini anche per gli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo, per l’ex parlamentare del Pdl e consulente di Romeo, Italo Bocchino, per l’ad di Grandi Stazioni, Silvio
Gizzi e per gli ex manager della centrale acquisti della pubblica amministrazione, Domenico Casalino, Luigi Ferrara e Francesco Licci e per Vannoni.

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