Terrorismo: foreign fighters arrivano coi barconi, la conferma di Minniti e Al Sarraj
ROMA – Se fino ad un anno fa era improbabile che i terroristi dell’Isis arrivassero in Europa con i barconi dei migranti, ora, con la sconfitta militare del Califfato è ragionevole pensare che i foreign fighters in fuga individuale da Iraq e Siria possano usare «la via più facile, quella più aperta e battuta, che è quella dei trafficanti di uomini». Lo ha ribadito il ministro dell”Interno, Marco Minniti, intervenendo alla presentazione della rivista ”Il Club”. Ieri Minniti è stato a Tripoli, dove ha incontrato il premier libico Fayez al-Sarraj. Per questo, ha proseguito Minniti, «sul confine meridionale del Sahel si gioca una partita fondamentale. Bisogna lavorare nel Nord Africa perché non ci siano safe havens (rifugi sicuri) per i terroristi». Il ministro ha anche ricordato che 500 giovani libici sono morti per liberare Sirte che era caduta in mano al Califfato. Dobbiamo essere rispettosi verso chi si assume la responsabilità della lotta al terrorismo.
Il titolare del Viminale ha quindi sottolineato il calo degli sbarchi per il decimo mese consecutivo: «Da luglio – ha
ricordato – sono arrivate 100mila persone in meno rispetto all’anno precedente: è un colpo drammatico ai trafficanti di esseri umani».
La conferma all’allarme lanciato dal ministro è venuta anche dal premier libico Fayez Al Sarraj: «è molto probabile che sui barconi carichi di migranti possano nascondersi terroristi in fuga dalla Siria dopo la rotta dello Stato islamico». E ha aggiunto: «La situazione nei centri per migranti è catastrofica. Noi abbiamo investito tante risorse per aiutare questa gente ma il peso non può ricadere solo sulle nostre spalle e su quelle dell’Italia. Devono intervenire anche gli altri paesi europei. Bisogna aiutare questa gente nelle loro nazioni, sostenere il loro sviluppo».
Ma la neghittosa ed egoista Europa fa orecchi da mercante.