Milano: al Pirellone pronta la bozza del contratto per il Governo del cambiamento Lega – M5S
MILANO – Pronta la prima bozza del ‘Contratto per il governo del cambiamento’: nella riunione tecnica tra M5S e Lega, iniziata al Pirellone alle 14, è stata completata, a quanto apprende l’ANSA, una prima bozza del programma comune. La bozza sarà rivista nei dettagli nelle prossime ore. Sono almeno 19, a quanto si apprende, i punti del contratto per il governo del cambiamento che struttura il programma di M5S e Lega. Possibile, tuttavia, che in queste ore il programma abbia subito un incremento: il dato dei 19 punti, infatti, risale a prima che le delegazioni di
M5S e Lega si incontrassero al Pirellone.
I temi che potrebbero essere ricompresi nel programma, si va dalle pensioni alle tasse e arrivano anche le prime simulazioni su costi ed effetti.
– FORNERO ADDIO, COSTO FINO 15-16 MLD L’ANNO. Le due proposte sul tavolo sono quelle di consentire l’andata in pensione con quota 100, tra età anagrafica e contributi, oppure dopo 41 anni di lavoro. Nel primo caso il costo, introducendo anche il criterio di almeno 35 anni di contributi, – secondo i calcoli fatti da Stefano Patriarca, a lungo consulente di Palazzo Chigi per la previdenza e ora responsabile della società di consulenza e ricerca Tabula – è di 11,5 miliardi per l’anno di arrivo per arrivare a 15 miliardi a regime. Se si consente anche l’andata in pensione contemporaneamente con il criterio di uscita dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età il costo può
salire a 16 miliardi a regime (12,3 miliardi nel primo anno). Insomma – per Patriarca – in 10 anni si potrebbe arrivare fino ad un costo cumulato di 150 miliardi di euro in 10 anni.
– FLAT TAX A 2 ALIQUOTE, TANTO SCONTO, TANTO COSTO: L’ipotesi sul tappeto è quella di introdurre 2 aliquote sui redditi familiari, cumulando quindi quelli personali, al 15% fino a 80 mila euro e al 20% oltre. Sono poi previste deduzioni per 3.000 euro ogni componente familiare fino a 35 mila euro e solo per i familiari a carico tra i 35 e i 50 mila euro. I conti, nel dettaglio, sono stati fatti da Il Sole 24 Ore che evidenzia come il nodo rimanga quello dei costi di copertura che si aggirerebbero tra i 45 e i 50 miliardi. L’effetto della nuova curva sui redditi familiari – calcola il quotidiano – sarebbe differenziato tra single, famiglie monoreddito o con due redditi. Per i single lo sconto minore è sotto i 15.000 euro di reddito (solo il 5%) mentre tra i 30.000 e i 100.000 euro l”alleggerimento Irpef varia tra il 41 e il 53%. A 60.000 euro c”è lo sconto percentuale massimo, che vale in soldoni 9.500 euro. Per una famiglia monoreddito lo sconto tra i 30 e i 100 euro di reddito varia tra il 42 e il 52%. L’effetto combinato di aliquote e detrazioni, però, aumenta il prelievo per i redditi bassi, che sarebbe neutralizzato da una clausola di salvaguardia. Meno marcato, invece, lo sconto per le famiglie con due redditi: dal 6% di 30.000 euro di reddito, fino al 33%
dei 100.000 euro.
Va segnalato che, in valori assoluti, più si guadagna e più si risparmia: a 100.000 euro lo sconto va dai 9 ai 16 mila euro a seconda del tipo di famiglia.
– L’IVA, CACCIA A 12,5 MLD. AUMENTO DA 242 EURO A FAMIGLIA: Tutti i partito vogliono neutralizzare l”aumento Iva che scatterebbe il prossimo gennaio. Servono 12,5 miliardi. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre il rincaro medio per famiglia sarebbe di 242 euro l”anno: 284 euro al nord, 234 al centro, 199 al sud.
– LE COPERTURE, TRA SANATORIA E TAGLIO A SCONTI: Coprire tutti gli interventi non sarà facile. Si ipotizza una riduzione delle agevolazioni fiscali, che sono una selva, ma anche la possibile attuazione di una sanatoria «Saldo e Stralcio» da 35 miliardi per chi ha pendenze con il fisco: il problema è che si tratterebbe di entrate una tantum a fronte di riduzioni d’imposta strutturali, che durano nel tempo.
Queste le previsioni e le indiscrezioni, attendiamo il documento ufficiale.