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Uefa, processo al Milan: rischia l’esclusione dalle Coppe. Fiorentina ripescata in Europa?

Simeone Gol San Siro
Giovanni Simeone: suo il gol dell’illusione (il quattordicesimo del suo campionato) a San Siro contro il Milan

MILANO – Clamoroso: il Milan rischia di essere addirittura escluso dalle Coppe per i conti non in ordine, ossia per non aver rispettato il fair play finanziario. Il club rossonero, infatti, nel tardo pomeriggio di oggi, 22 maggio, si è vista negata la richiesta di Settlement Agreement dall’Uefa, che lo ha deferito alla camera giudicante del Control Financial Body per la violazione delle norme del fair play finanziario. Il rosso del triennio, che comprende i bilanci da luglio 2014 a giugno 2017, per il Milan è di circa 250 milioni di euro. Le motivazioni dell’Uefa ricalcano quelle utilizzate lo scorso dicembre, quando la Uefa aveva respinto anche il tentativo conciliatorio del Voluntary.

«Permangono – scrive la Uefa in un comunicato – ancora incertezze sul rifinanziamento del prestito e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018». In sintesi, l’Uefa, in questi mesi, avrebbe gradito sviluppi legati ai principali nodi del progetto del misterioso investitore cinese che ad aprile del 2017 ha acquistato il Milan dalla Fininvest di Silvio Berlusconi con un prestito ponte di 303 milioni di euro del fondo statunitense Elliott: pesa questo debito, in scadenza a ottobre, che lascia margini d’incertezza sulla continuità aziendale nel lungo periodo, ma anche gli scarsi introiti ottenuti sul mercato cinese da Milan China, fermo a tre sponsorizzazioni minori. Ricavi che non permetterebbero, secondo l’Uefa, di ultimare il piano di rientro triennale dei conti. Ora, con un verdetto atteso per giugno, il Milan rischia di perdere proprio ciò che la squadra di Gattuso ha appena conquistato sul campo. Se finirà così, l’Atalanta sarebbe promossa direttamente ai gironi e la Fiorentina ripescata ai preliminari.

Tra le misure dell’Uefa, la più pesante contemplata è l’esclusione dalle coppe europee, ma lo spettro di sanzioni comprende soluzioni più morbide, come l’avvertimento, o più dure, come il divieto di far giocare i nuovi acquisti nelle coppe europee. L’estrema ratio dell’Uefa, la stangata più brutale, è stata utilizzata in passato, su squadre come Galatasaray, Dnipro, Stella Rossa, Partizan, Sion e Panathinakos, ma sempre rigettata come ipotesi da Marco Fassone. «Le sanzioni sono inevitabili, ma speriamo siano contenute visto che l’incontro è andato meglio del previsto», aveva dichiarato l’ad del Milan lo scorso 20 aprile, uscendo dall’incontro con la commissione della Uefa. Fiducia che non è mai mancata. Il 15 marzo scorso Fassone aveva parlato di «buon futuro per il Milan», mentre ad inizio maggio aveva confidato di completare il discorso rifinanziamento entro 30/40 giorni. Non è dunque bastato nemmeno il documento prodotto da Elliott e presentato a Nyon, nel quale il fondo americano si faceva garante di un’eventuale insolvenza da parte di Li Yonghong. Ora, invece, il club delle sette Champions League in bacheca rischia di restare fuori dall’Europa e aspetta con ansia il giudizio della Uefa. Giudizio atteso anche dall’Atalanta, che potrebbe essere ammessa direttamente ai gironi dell’Europa League, e dalla Fiorentina che approderebbe ai comunque faticosi e impegnativi preliminari. Con vacanze ridotte e preparazione assai anticipata.



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