Piombino, Aferpi: lavoratori critici sull’esultanza di Rossi e compagni. La situazione resta difficile
PIOMBINO – Piombino «ha celebrato la firma dell”accordo tra Cevital-Aferpi e Jindal, sbandierato come fosse la vendita definitiva dello stabilimento siderurgico; si è invece trattato di un preliminare in attesa dell’accordo di programma e dell’accordo sindacale. Vi è stata poi presso il Mise a Roma la invocata presentazione del piano industriale di Jindal. Grande attesa, grande anche la delusione».
Lo scrive in una nota l’associazione Coordinamento Art.1-Camping Cig di Piombino (Livorno) cui fanno riferimento lavoratori delle acciaierie, sottolineando che «c’è molto poco per la città: un rattoppo dei vecchi treni e qualche centinaio di posti di lavoro a fronte di 350 esuberi sicuri e con rischio molto concreto che si arrivi a circa un migliaio. Invece molto e subito totalizza Jindal: impianti superstiti, disponibilità di immense aree, 200 mln di agevolazioni pubbliche oltre ad una gran fetta del porto ben al di là di quanto serve per gli attuali treni con rischio di monopolio sui traffici (magari per commercio verso l’Europa di semilavorati provenienti dall’India)».
Secondo Art.1 Camping Cig «gli investimenti impiantistici sono solo ipotizzati ma a tempi molto lunghi e senza vincoli precisi. Il dubbio che Jindal agiti specchietti per le allodole, per attestarsi su quanto aveva chiesto già nel 2015 (solo treni+porto, 700 posti di lavoro) è molto forte. L’azienda – si legge sempre nel testo – ha presentato un panorama talmente sommario da risultare quasi offensivo. Gli errori commessi con Rebrab – si osserva -, costati quattro anni di stallo con pesante logoramento della situazione, non devono assolutamente essere ripetuti».
Insomma, si legge fra le righe, Rossi e compagni si stanno facendo fregare un’altra volta.