Folklore / Torna la “Bibbia dei poveri” di Carlo Lapucci
Firenze, 1° agosto 2013 – Racconti, aneddoti, leggende e favolette della tradizione orale, storielle che hanno formato per secoli e per millenni la sapienza popolare. Storie che ancora oggi ci capita di ascoltare da genitori e nonni. Carlo Lapucci le riunì tutte in un libro orami divenuto un classico, “La Bibbia dei poveri”, pubblicato quasi trent’anni fa e successivamente in nuove edizioni sempre esaurite. L’editrice Sarnus ne ha ora acquistato i diritti rendendolo nuovamente disponibile in un’elegante edizione (pp. 368, euro 22). Nato a Vicchio Mugello nel 1940 e poi trasferitosi a Firenze dove vive da anni, l’autore è ormai un punto di riferimento nello studio del folklore (le sue “Fiabe toscane” uscite nel 1984 continuano a spopolare in libreria e nelle scuole). Lapucci scrisse la “Bibbia dei poveri”, che uscì nel 1985 negli Oscar Mondadori, come prima tessera di un mosaico assai più ampio: una ricognizione completa della narrativa popolare, progetto ambizioso che nel tempo si è arricchito di altri testi come il “Dizionario dei proverbi italiani” (2007) e “Le leggende della terra toscana” (2011). Le ‘novellette’ qui raccolte sono, spiega l’autore, “storie di santi e di animali, di eroi e di straccioni, di contadini e sapienti”. Ricomposte in un insieme collegato e coerente, offrono la visione del mondo che ebbero non tanto i sapienti e i filosofi, quanto gli analfabeti, gli umili, le persone comuni dotate spesso di grande intelligenza: un pensiero parallelo costante, stabile, concreto, legato al reale, che ha bilanciato nei secoli quello “alto” e ufficiale. Un po’ come quelle immagini semplici e approssimative dipinte nelle navate delle chiese, nei chiostri dei conventi, sui muri dei loggiati dei cimiteri, attraverso i quali i fedeli analfabeti conoscevano le figure, gli eventi, i misteri delle Scritture, e che erano dette appunto Bibbia dei poveri.
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