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Migranti: L’Australia ha organizzato i respingimenti assistiti di chi sbarca eliminando le morti in mare

ROMA – Mentre da tutte le parti imperversano gli appelli, le interviste, gli articoli a favore dei buonisti nostrani europei che vogliono accogliere (purché solo in Italia) tutta l’Africa, si leva qualche voce che suggerisce qualche esempio contrario, che ha avuto successo, anche se ciò è avvenuto dall’altra parte del mondo.

In un articolo pubblicato sul Messaggero Gianandrea Gaiani suggerisce «la soluzione australiana degli sbarchi». E osserva che «negli ultimi giorni in tutta Europa (non solo nel Gruppo di Visegrad) sono stati sdoganati i respingimenti, parola rimasta tabù finché l’Italia accoglieva chiunque pagasse criminali per raggiungere le sue coste. Se Germania e Austria intendono rimandare in Italia i migranti illegali arrivati in questi anni dalla Penisola, chi potrà rimproverare Roma se riportasse in Libia le persone soccorse in mare come già fanno le motovedette di Tripoli assistite dalla Marina italiana? L’unica risposta risolutiva è riposta nei respingimenti assistiti, aiutando le navi libiche a intercettare barconi e gommoni e riconsegnando a Tripoli i migranti soccorsi dalle navi militari italiane ed europee. Sembra muovere in questa direzione anche l’annuncio della Guardia Costiera italiana che informa chiunque soccorra migranti nelle acque di competenza libica che dovrà rivolgersi a Tripoli per sbarcarli. La Libia offre porti sicuri e le agenzie dell’Onu cooperano con il governo di Fayez al-Sarraj per accogliere dignitosamente i migranti e rimpatriarli nei Paesi di origine con voli dall’aeroporto di Tripoli. Una soluzione che ripristinerebbe legalità e controllo lungo le frontiere della Ue (oltre alla credibilità dell’Europa), azzerando i morti in mare e scoraggiando ulteriori flussi. Negli anni scorsi l’Australia fermò i trafficanti con una campagna d’informazione (No Way) in tutta l’Asia che negava ogni possibilità di accoglienza e con un’operazione (Sovereign Borders) che vide le navi militari riportare nelle acque di Indonesia e Sri Lanka i barconi di clandestini senza che si registrasse neppure una vittima. Nel 2015 Canberra propose il suo “modello” alla Ue ma Bruxelles rispose, quasi infastidita, che «l’Europa non attua respingimenti». Oggi nel Vecchio Continente in molti sembrano pensarla diversamente, ne è testimonianza la divisione nata fra molti Paesi europei in vista del vertice dei Capi di Stato e di Governo dedicato proprio all’immigrazione. Nel quale l’Italia rischia di fare la parte della vittima designata (da Francia, Spagna e Germania), ma nel quale si rischia fortemente una definitiva spaccatura dell’Unione.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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