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Calcio: Ronaldo alla Juve soprattutto per motivi fiscali. Oltre alle ritenute pagherebbe solo 100.000 euro di tasse

Rove3

ROMA – Cinque Palloni d’Oro, cinque Champions League, una innumerevole sfilza di trofei: l’eventuale sbarco di Cristiano Ronaldo nella Serie A italiana arricchirebbe senz”altro la vetrina del calcio italiano ma, probabilmente, anche il portafoglio dell”asso portoghese che in Italia godrebbe adesso di una legislazione fiscale assai più conveniente rispetto a quella a cui sarebbe stato sottoposto qualche anno fa. Se è vero che uno dei motivi che spingerebbe CR7 a lasciare il club blancos sarebbe la scarsa tutela lamentata da parte del club nella sua delicata vicenda giudiziaria per evasione fiscale arrivata a soluzione proprio alla vigilia del Mondiale, è altrettanto vero che a spingere Cristiano Ronaldo a scegliere eventualmente i colori bianconeri ci sarebbe sì il fascino della squadra pluricampione d”Italia ma anche un alleato fiscale non di poco conto. Merito della nuova Flat tax italiana (quella di Gentiloni, non il progetto leghista) introdotta dalla legge di stabilità nel 2017, nella parte in cui ha introdotto un’imposta sostitutiva sui redditi provenienti dall’estero: un meccanismo per cercare di attirare nel nostro Paese più Paperoni possibili, i quali poi investirebbero, mettendo in moto un effetto moltiplicatore di ricchezza.
La norma punta a rendere attraente la residenza italiana per i contribuenti ad alto reddito che attualmente pagano da almeno nove anni le tasse in Paesi stranieri. Con il nuovo provvedimento, basterà pagare una tassa forfait di 100 mila euro l’anno e, se l’adesione si estende anche a figli e coniuge, ulteriori 25.000 euro a testa. I compensi percepiti in Italia sono esclusi e sottoposti a normale tassazione Irpef sulla fascia più alta. Il provvedimento che quindi si applica solo ai
redditi esteri (come ad esempio i dividendi, già tassati all’origine, percepiti magari da una società riconducibile al calciatore per un contratto di sponsorizzazione) segue misure simili introdotte negli scorsi anni da diversi paesi dalla Spagna al Portogallo fino alla Gran Bretagna. L’idea è appunto
attrarre persone ad alto reddito (imprenditori ma appunto anche calciatori e cantanti) ed evitare loro una doppia tassazione.
Nel caso di CR7, se mai dovesse arrivare in Italia, l’asso portoghese (o meglio il suo consulente fiscale) potrà chiedere preventivamente al Fisco italiano se rientra nei parametri attraverso un’istanza di interpello alla Direzione Centrale Accertamento dell”Agenzia delle Entrate (l’eventuale convenienza dipenderà quindi anche dalla struttura societaria e fiscale del
calciatore, da dove percepisce i compensi e altro, ndr). Una richiesta che deve essere corredata di alcuni dati e delle risposte alla check list. Il rinnovo e’ automatico per 15 anni ma revocabile. Fino a ora le maggiori richieste, fanno sapere i tecnici, sono arrivate da Gran Bretagna e Svizzera. In buona sostanza, il fuoriclasse portoghese si troverebbe a pagare una quota fissa di 100 mila euro per i redditi esteri indipendentemente dal Paese in cui questi redditi sono prodotti o se provengano da società estere interposte. Quindi, considerando che il ricchissimo ingaggio che la Juventus
pagherebbe a C.Ronaldo sarebbe già tassato dalla ritenuta Irpef, tutto il resto dei suoi lauti guadagni (sponsorizzazioni, dividendi, proprietà immobiliari maturati fuori Italia) verrebbe
sottoposta ad un’unica tassa fissa dei 100 mila euro.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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