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Ilva Taranto: si tratta ancora, obiettivo salvare 10.300 lavoratori
ROMA – Per l’Ilva «verrà formulata una proposta di assunzione a tempo indeterminato a 10.300 lavoratori». Così si legge nella bozza di verbale di accordo sul tavolo al Mise, dove è in corso la trattativa in ristretta, in cui si specifica che le assunzioni saranno ripartite in 10.100 entro il 31 dicembre 2018 e 200 entro il 31 dicembre 2021.
POSIZIONI RESTANO DISTANTI – Allo stato attuale siamo lontanissimi da un accordo, ha detto la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, in una pausa, in serata, del tavolo Ilva al Mise. Bisogna vedere quali modifiche sostanziali sono sul tavolo. Continuiamo a chiedere che non ci siano esuberi, che ci sia piena occupazione e che ci sia pieno riconoscimento dei diritti salariali e sindacali. Nessuno di questi punti è garantito. Nei primi testi consegnati le distanze sono ancora molto rilevanti, ma andiamo avanti, ha affermato il segretario generale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, durante la pausa del tavolo Ilva al Mise. Le distanze, spiega, sono su «assetti occupazionali, conferma del salario di secondo livello fino a nuova contrattazione aziendale, necessità che il governo confermi i 250 milioni per gli incentivi volontari all’esodo; doppio regime salariale con i neo assunti; conferma dei trattamenti economici e normativi pre-esistenti».
Di Maio a Radio Radicale in mattinata aveva detto che queste sono ore delicatissime e ha parlato di un tavolo che può dare buono risultati. Io credo che ci siano i presupposti.
Di Maio ha ribadito che la gara presenta profili di illegittimità ma che può essere annullata solo se viene a mancare l’interesse pubblico, «una supercazzola»: così se il tavolo raggiunge risultati su ambiente e lavoro, la gara non può essere revocata per legge. Sul futuro del siderurgico è intervenuto da Bologna anche il leader degli industriali, Vincenzo Boccia, auspicando che nel pomeriggio si trovi una soluzione alla questione Ilva: sarebbe un bellissimo segnale.
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