Arezzo: lavoratori morti archivio Stato, il cordoglio di Rossi e della cgil che chiedono più sicurezza
FIRENZE – «Esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alle famiglie di Filippo Bagni e Piero Bruni. La magistratura svolgerà tutti gli accertamenti necessari, ma giudico grave e intollerabile che una tragedia come quella accaduta ad Arezzo sia avvenuta in un edificio della pubblica amministrazione. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità per tutti. Ancora di più quando il datore di lavoro è lo Stato». Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la morte dei due dipendenti nell’Archivio di Stato di Arezzo. «La sicurezza, che lo Stato deve garantire, a cominciare da quella dei propri lavoratori, è al centro del patto che lega cittadini e istituzioni. Chiedo – conclude il presidente – che si faccia luce il più presto possibile».
Si associa al Governatore la Fp Cgil Toscana: «Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti. Si tratta di un evento terribile che non ha precedenti in Toscana. Auspichiamo che la Magistratura faccia rapidamente luce su questa vicenda e chiarisca le responsabilità. Sui rischi per la sicurezza sul lavoro nessun settore è al riparo: manutenzione delle strutture, investimenti per la sicurezza e formazione del personale devono essere una priorità, tragedie come quella di oggi sono inaccettabili”: questa la nota di Fp Cgil Toscana sui morti all’Archivio di Stato ad Arezzo.
E anche la Fp Cgil nazionale: «La Fp Cgil Nazionale esprime tutta la propria vicinanza e solidarietà alle famiglie dei lavoratori morti sul lavoro nell’Archivio di stato di Arezzo. Quanto alle cause che hanno determinato questo gravissimo episodio e alle eventuali responsabilità aspettiamo gli accertamenti della Magistratura, ma c’è un problema di sicurezza che ormai avvolge da troppo tempo i luoghi della cultura». È quanto si legge in una nota della Funzione Pubblica Cgil Nazionale. Un problema di sicurezza, aggiunge la categoria della Cgil, «derivante dai mancati investimenti, dai tagli ai bilanci che hanno inciso sulle spese di manutenzione ordinaria e dalla insostenibile leggerezza con la quale si bypassano le misure di sicurezza in nome delle politiche di valorizzazione. Come Fp Cgil abbiamo denunciato, inascoltati, gli effetti di politiche che hanno fortemente indebolito i cicli di tutela e manutenzione del nostro patrimonio culturale, non dobbiamo aspettare i morti sul lavoro perché questo tema diventi centrale nella coscienza collettiva. Serve da subito un piano straordinario di messa in sicurezza del patrimonio, dei lavoratori e dei cittadini che ne fruiscono e serve una riflessione profonda sugli effetti di politiche che hanno inciso in maniera negativa anche sulla percezione collettiva, inducendo a pensare che le misure di tutela e conservazione fossero un freno alla valorizzazione dei nostri luoghi della cultura. Non è così e la vicenda drammatica e profondamente triste che ha colpito i lavoratori dei Beni culturali evidenzia un declino apparentemente inarrestabile che interessa il settore degli Archivi di Stato, fondamento della memoria storica del nostro paese ma poco appetibile al mercato della valorizzazione».