Skip to main content
Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2018%2F03%2Frenzi1217

Pd: lite sul congresso. Orfini: «Rinviamolo». Renzi: «Non saremo mai subalterni al M5S»

Renzi1217
Matteo Renzi

ROMA – Martina ribadisce i tempi per il congresso Pd, con le primarie a gennaio, percorso condiviso da Nicola Zingaretti e da quasi tutte le altre correnti, compreso Renzi. Ma il presidente Dem, Matteo Orfini, ha riproposto il rinvio a dopo le europee. Mentre in Senato il Pd era impegnato nella battaglia contro il decreto Milleproroghe, che taglia 1,6 miliardi alle periferie, è arrivata stamani l’intervista a La Stampa di Orfini che ha paventato il rischio di un congresso che si riduca a «una resa dei conti», il che allontanerebbe gli elettori. Quindi stop alla macchina congressuale e tutti impegnati, compresi intellettuali di area, a scrivere il programma, candidandosi, facendo campagna, con l’obiettivo di salvare l’Europa. E il futuro segretario sarà quello che dimostrerà di essere più bravo in quella battaglia. Un modo per aprire e rinnovare il Pd che andrebbe da Saviano a Calenda, passando per Cacciari. Ovviamente azzerando tutte le cariche di partito.

Il segretario Maurizio Martina, sul Corriere della Sera, ha invece confermato la road map, decisa non da lui ma dall’Assemblea nazionale di luglio (come ha sottolineato a chi
gli ha parlato). E uno stop a Orfini è giunto da AreaDem, la componente che fa capo a Dario Franceschini e Piero Fassino, attraverso Marina Sereni: «Il rimedio proposto da Orfini è
peggiore del male». Analogo l’atteggiamento dell’area di Michele Emiliano, espresso da Francesco Boccia. Nell’area renziana, se il sindaco di Firenze Dario Nardella ha convenuto che ci vuole tempo anche per organizzare un buon congresso, fatto bene, che sia largo, partecipato, la maggior parte dei suoi esponenti è convinta che alla fine è meglio tenere subito le Assise e le primarie, come ha detto Ettore Rosato. Anche Matteo Renzi ha osservato che il congresso è già cominciato, visto che sono iniziati quelli regionali, dove si profilano gli schieramenti che saranno poi ripetuti nel congresso nazionale. Renzi ha parlato della posta in gioco: la possibile alleanza futura con M5s, in caso di rottura dei pentastellati con la Lega: «Mi batterò perché il Pd non diventi subalterno al M5s».

Questa battaglia Renzi l’ha già cominciata riuscendo a condurre i gruppi Dem di Camera e Senato alla prima grande battaglia parlamentare sul decreto Milleproroghe, con
l”ostruzionismo alla Camera e anche in Commissione in Senato (con il nuovo regolamento in Aula è difficile). Renzi è pure intervenuto attaccando sui vaccini. Alla fine, il decreto è
stato approvato dalla maggioranza, cosa che ha provocato la reazione dei sindaci, con la rottura delle relazioni istituzionali con il governo da parte dell’Anci. Una rottura che
il Pd intende utilizzare anche in vista delle prossime Regionali, con Martina che ha subito solidarizzato con i sindaci.


Bennucci

Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP