New York, Assemblea Onu: Conte, il sovranismo è nella nostra costituzione
NEW YORK – «Non considero, prima ancora che politicamente, moralmente accettabile un’azione di governo che non si preoccupi adeguatamente di assicurare a tutti i cittadini condizioni di vita eque e pienamente dignitose. Quando qualcuno ci accusa di sovranismo e populismo amo sempre ricordare che sovranità e popolo sono richiamati dall’articolo 1 della Costituzione, ed è in quella previsione che interpreto il concetto di sovranità e il suo esercizio da parte del popolo». Lo ha detto Giuseppe Conte, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu. «Il sovranismo è nella nostra costituzione: la sovranità appartiene al popolo. Il fatto di pensare, di prestare attenzione ai bisogni e alle attese delle persone, cercare di impostare una linea politica generale ed economica cercando di soddisfare le esigenze delle persone, se lo volete chiamare sovranismo chiamiamolo sovranismo ma è nella nostra Costituzione». Lo ha specificato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa, sottolineando uno dei suoi passaggi in assemblea generale dell’Onu. «Il multilateralismo, siamo inseriti negli organismi internazionali, da tempo gli stati sovrani hanno operato la scelta di inserirsi nell’ambito di organizzazioni sovranazionali, sono processi per certi versi inevitabili, noi siamo collocati nei tradizionali ordinamenti e non li rinneghiamo, si tratta di perseguire il multilateralismo in modi efficaci, occorre anche rivedere quel che è stato fatto e delineare nuove strategie più efficaci e al passo con i tempi», aggiunge.
«Con il premier italiano Giuseppe Conte ho parlato non solo dei nostri rapporti bilaterali, l’Italia e’ il nostro primo partner commerciale nell’Ue». Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu. Conte ha espresso il suo sostegno personale e dell’Italia all’accordo sul nucleare, ha continuato Rohani, precisando di non vedere differenze sostanziali nelle posizioni dei leader dell’Ue sull’intesa.
Riccardo Rescio
Quando si smette di giocare col pallone e si inizia a gicare con le parole, forse, per chi parla e per chi ascolta, è giunto il giusto tempo di darsi tutti all’ippica.
Riccardo Rescio