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Commissione Ue: primo avvertimento all’Italia, state violando il patto

Bruxelles Unione Europea
Commissione Ue

BRUXELLES – La Commissione europea non ha intenzione di cedere sul deficit italiano, e ora lo rende chiaro anche formalmente. La risposta alla lettera di Tria è attesa ad ore, e non sarà uno di quegli atti di routine, come negli anni scorsi, quando non veniva nemmeno resa pubblica vista la scarsa rilevanza del suo contenuto. Stavolta la lettera dell’Ue, che dà l’avvio alle trattative ufficiali, non si esaurisce in poche righe che prendono atto delle intenzioni del Governo. E’ più lunga, dettagliata, e dà un primo giudizio negativo dei suoi piani di politica economica. Invitandolo a fare molta attenzione nella manovra, perché strutturandola attorno alle cifre nel Def si rischia la bocciatura.
La lettera del ministro Tria ha confermato alla Ue ciò che più temeva: il deficit 2019 salirà al 2,4%, e il saldo
strutturale peggiorerà di 0,8 punti, invece di migliorare come ci si aspettava e come richiesto dalle regole. Il tutto con una stima di crescita all’1,5%, in controtendenza rispetto alle revisioni al ribasso dell’economia attese dal Fondo monetario internazionale e già previste di recente da Confindustria e dalle agenzie di rating. Un quadro preoccupante per Bruxelles, che vede il rischio di uno scostamento significativo dall’obiettivo di medio termine, cioè il pareggio di bilancio in termini strutturali. La seria deviazione, per la Ue, indica che il debito non scende al ritmo concordato e che quindi l’Italia non sta rispettando gli impegni presi. E le misure pro-crescita descritte dal ministro nella sua lettera non bastano a rassicurare.
Il timore concreto di una violazione delle regole ha spinto la Commissione a rispondere subito alla lettera di Tria entrando nel merito, per dare un segnale all’Italia e agli altri partner della zona euro che si aspettano da Bruxelles una chiara presa di posizione nei confronti di un Paese che rivendica il diritto di non rispettare le regole comuni. La risposta che i commissari Dombrovskis e Moscovici hanno messo a punto, ricorda al Governo gli impegni presi in sede europea: l’anno scorso l’Italia aveva promesso un aggiustamento strutturale di 0,1%, poi rinviato al 2018 e mai realizzato. Nel 2019, l’aggiustamento sarebbe ancora più duro: secondo le regole salirebbe allo 0,6%. Ma, con un’apertura al nuovo Governo, Bruxelles a settembre aveva fatto capire che avrebbe accettato uno 0,1% anche per il 2019. Il peggioramento dello 0,8% che prevede il Governo, quindi, porta l’Italia dritta verso la bocciatura della manovra.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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