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Brasile: Bolsonaro nuovo presidente. Salvini: «Ora l’estradizione di Cesare Battisti»

Festa in Brasile dopo l’elezione di Bolsonaro alla presidenza

RIO DE JANEIRO – Jair Bolsonaro è risultato il vincitore delle elezioni presidenziali in Brasile con il 55,7%, contro il 44,30% ottenuto da Fernando Haddad. La quarta democrazia più grande del mondo sarà governata da un ex ufficiale dei paracadutisti denunciato dagli avversari politici come una minaccia di destra. Jair Bolsonaro è stato eletto presidente del Brasile, battendo il suo rivale Fernando Haddad. esponente della sinistra, considerato l’erede dell’ex presidente Lula, di almeno 11 punti, il 55% dei voti. Una vittoria immediatamente salutata in Italia dal leader della Lega Matteo Salvini: «Anche in Brasile – ha twittato – i cittadini hanno mandato a casa la sinistra! Buon lavoro al presidente Bolsonaro, l’amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi sarà ancora più forte. Dopo anni di chiacchiere, chiederò che ci rimandino in Italia il terrorista rosso Cesare Battisti».

Intanto in Brasile, da Rio de Janeiro a San Paolo, sono scesi in piazza migliaia di simpatizzanti. Malgrado la rimonta registrata negli ultimi giorni da Haddad – l’erede politico scelto da Lula da Silva come candidato del Partito dei Lavoratori (Pt) – i risultati del ballottaggio hanno confermato le previsioni dei sondaggi, che davano Bolsonaro come favorito anche prima del primo turno delle presidenziali, lo scorso 7 ottobre. La vittoria di Bolsonaro rappresenta una frattura storica per il Brasile, dopo una fase di quattro governi consecutivi del Pt, chiusasi nell’agosto del 2016 con l’impeachment di Dilma Rousseff, e il breve intermezzo dell’amministrazione di Michel Temer, che arriva alla fine del suo mandato battendo tutti i record storici di impopolarità.

Il risultato del voto in Brasile segna anche una nuova sconfitta per i partiti e i leader protagonisti della cosiddetta marea rosa progressista che investì l’America Latina all’inizio del secolo XXI, dopo le vittorie elettorali del centrodestra in Argentina, Cile, Perù e Colombia e le derive autoritarie in Venezuela e Nicaragua. Bolsonaro, deputato che è passato per otto partiti diversi in quasi due decenni di attività parlamentare e fino a poco fa considerato personaggio eccentrico, noto per le sue dichiarazioni polemiche a favore della dittatura militare e la tortura e contro le donne e le minoranze razziali, etniche e sessuali, è diventato in pochi mesi il leader che ha cavalcato il crescente malessere di grandi fasce della società brasiliana.



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