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Cesare Battisti

Cesare Battisti: ancora protetto dalla giustizia brasiliana, nonostante la promessa di Bolsonaro

Cesare Battisti

SAN PAOLO – Per la legge brasiliana, Battisti è libero di circolare per il Paese. Dallo scorso aprile, infatti, il Superior Tribunal de Justiça (Stj) ha disposto la revoca delle misure cautelari come il braccialetto elettronico e l’obbligo di firma. L’unico divieto permanente è quello di non lasciare il Brasile. Questa circostanza vanificherebbe la promessa di Bolsonaro che, eletto presidente, ha più volte promesso che farà «un regalo» all’Italia agevolando una rapidissima estradizione. «Sarò lieto di recarmi personalmente in Brasile anche per andare a prendere il terrorista rosso Cesare Battisti e portarlo nelle patrie galere», aveva risposto entusiasta, nei giorni scorsi, Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno.

Ma Battisti ha una visione totalmente differente: «Bolsonaro può dire quello che vuole, io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole, fanfaronate. Non può fare niente, c’è una giustizia, io per la giustizia sono protetto, lui non ha nulla a che vedere con questo».

Al di là delle dichiarazioni di parte vediamo la situazione reale.

Per l’Italia si tratta di un caso irrisolto, ma l’ex terrorista non ha tutti i torti quando afferma che la giustizia brasiliana è dalla sua parte. Bolsonaro, che non entrerà in carica prima del gennaio 2019, non può scavalcare le competenze del Tribunale Supremo Federale, la massima autorità giudiziaria del Paese. La Corte Suprema deve stabilire se un Presidente, in questo caso Bolsonaro, può revocare una decisione presa da un suo predecessore, in questo caso Lula, che nel 2010 negò l’estradizione.

La difesa di Battisti continua a sostenere che un presidente possa revocare la decisione solo entro 5 anni e l’ex terrorista non si è mostrato per nulla preoccupato: «Non penso che Bolsonaro abbia interesse a creare discordia tra il potere giudiziario e l’esecutivo», ha detto a Radio Rai. Il presidente della Repubblica uscente, Michel Temer, pur potendo contare sul parere favorevole all’estradizione dell’avvocatura dello Stato e della Procura generale della Repubblica, non si è preso questa responsabilità proprio per non entrare in conflitto con la Corte, che però deve ancora fissare una data per la discussione. L’ambasciata italiana ha incontrato il giudice Fux, relatore del caso, segnalandone la priorità, ma a Brasilia tutto rimane immobile.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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