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Lavoro: le dieci mansioni che i giovani non vogliono fare, disoccupazione giobvanile oltre il 30%

MILANO – Ma è proprio vero che la generazione di Instagram è pronta a fare qualsiasi lavoro pur di trovare un impiego? Siamo davvero sicuri che i nativi digitali siano disposti ad alzarsi alle 4 di mattina per consegnare una lettera in un paese distante magari 70 chilometri dalla propria casa?

Uno studio della rivista specializzata Spot and Web dice che non è proprio così, confermando anche la tendenza dei dati Istat di luglio 2018, secondo cui in Italia la disoccupazione giovanile si attesta al 30,8%, un punto in meno rispetto a giugno e il minimo da ottobre 2001, ma allo stesso tempo molto superiore alla media della zona euro che è del 16,6% e inferiore solo a Grecia e Spagna. Una ricerca svolta fra ragazzi di età compresa fra i 16 e 25 anni con titoli di studio svela che ci sono lavori che non si vorrebbero mai fare.

In testa c’è quello del lavapiatti (19%) giudicato sottopagato, faticoso, segue il ruolo di badante (17%) ritenuto poco igienico, deprimente e a prova di nervi. Terzo in classifica il lavoro di
postino (14%), precario, bisogna alzarsi presto la mattina, a pari merito con l’operatore ecologico, visto ancora come umiliante socialmente e sporco.

Appena giù dal podio il cameriere (12%), definito usurante e poco appagante dal punto di vista
professionale. Quinta posizione per il parcheggiatore (10,5%), poco edificante e incline all’abusivismo, seguito dall’operaio edile (8%), considerato troppo pesante e pericoloso allo stesso
tempo. Settima piazza per il benzinaio (6,5%), assolutamente senza sbocchi e noioso, mentre il lavoro del camionista (4,5%) è alienante e pieno di rischi per sé stessi e per gli altri. Nono
posto per l’operaio agricolo (3%), recepito come antico e gravoso, con mansioni massacranti. Chiude questa speciale top ten il lavoro di addetto alle pulizie: secondo il 2% degli intervistati è roba da extracomunitari, deprimente e logorante.

Al campione è stato chiesto se fosse disposto a lavorare il sabato e la domenica. Ebbene, il 35% preferisce di no, il 32% lo farebbe malvolentieri, il 20% solo se costretto, il 10% sì senza
esitazioni. Qual è il passatempo preferito di questi giovani? Stare sui social (41%) vince a mani basse, seguito da passare il tempo e uscire con gli amici (33%), fare sport (29%), videogiochi /
playstation (25%), ascoltare musica (23%) e andare al cinema (19%).

Tornando sul tema lavoro, il 23% si dice disposto a cambiare città per esigenze lavorative. Per il 22% dipende dalla città mentre per un altro 23% è determinante di che tipo di lavoro si tratta. Solo l’8% non si trasferirebbe per un impiego. Disposto a lavorare in agosto? Anche in questo caso prevale il no (27%), che preferirebbe godersi le vacanze estive, mentre il sì è al 17%.

Infine, perché i giovani non accettano un lavoro umile? Prima di tutto perché alcuni sono laureati (29%), poi perché vedono un simile impiego come un danno alla loro immagine (27%). Per il 23% si tratta di lavori troppo pesanti e faticosi mentre c’è chi, piuttosto di fare un lavoro del genere, preferisce stare a casa e godersi la disoccupazione (16%) o continuare a farsi mantenere da mamma e papà (13%) o, ancora, affidarsi alle pensioni dei nonni (9%).

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