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Di Maio a tutto campo, illustra il programma del M5S. Ma restano dissidi con Salvini

ROMA – «Noi come governo vogliamo che vengano tutelati donne e bambini; sbarchino a Malta e li accoglieremo.
Non ho sentito Salvini dire che donne e bambini devono rimanere sulle navi. Anzi. Ci siamo sentiti. Sono d’accordo sulla linea dura: non possiamo assumerci da soli i problemi dell’Unione Europea sui migranti». Lo afferma il vicepremier e leader del M5S Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera in cui assicura: «Tutti i nostri sindaci applicheranno il dl sicurezza perché è una legge dello Stato. Il punto è migliorare i provvedimenti anche alla luce dei nostri valori e lo abbiamo fatto. Anche la Lega ha votato alcuni nostri provvedimenti pur non essendo totalmente favorevole».
Di Maio conferma che entro il 10 gennaio il governo farà un decreto con dentro quota 100 e il reddito. L’esclusione degli stranieri dal reddito di cittadinanza, assicura, non è incostituzionale. Noi utilizziamo i dieci anni di lungo
soggiorno proprio per destinare il reddito di cittadinanza agli italiani. In merito al taglio degli stipendi dei parlamentari, «utilizzeremo la proposta di legge Lombardi che tocca indennità e rimborsi. Mi fa piacere che Salvini abbia detto che si farà».
Sullo spacchettamento della riforma costituzionale, «la divisione mira a evitare che vengano modificati altri articoli
della Costituzione e a rendere l’iter più veloce.Presto lanceremo un piano per le infrastrutture, perché non siamo quelli del no, useremo sia i fondi europei sia quelli stanziati nella manovra». prosegue il ministro del Lavoro e
dello Sviluppo economico. Su Pernigotti, «arriverà in Parlamento la legge Pernigotti che impone ai marchi italiani di restare nel territorio nel quale sono nati».
Il capo politico del M5S rassicura sulla tenuta della maggioranza: «Gli espulsi già stavano fuori dal conto della
maggioranza, non è cambiato niente per noi. Tutti devono sapere che non c”è nessun problema a espellere chi viola le regole», sottolinea Di Maio.
Guardando alle Europee, «il nostro manifesto si fonda su quattro punti: lavoro e diritti sociali, ambiente, tagli agli
sprechi e democrazia diretta e partecipata, con una riforma della governance europea che preveda meno poteri per la
Commissione e di più per il parlamento. Continueremo a non essere né di destra né di sinistra, né con Ppe o socialisti. Vogliamo essere l’ago della bilancia e con i nuovi numeri saranno i gruppi storici a dover venire da noi».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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