
Omicidio Duccio Dini: scarcerati altri tre rom, andranno ai domiciliari nella case del Comune

FIRENZE – Altri 3 rom arrestati per la morte di Duccio Dini hanno lasciato il carcere di Sollicciano e sono stati mandati dai giudici agli arresti domiciliari. Lo ha stabilito nei giorni scorsi il tribunale del riesame, che ha accolto la richiesta di una più blanda misura restrittiva presentata dagli avvocati difensori. Delle sei persone finite in manette, tutte accusate di omicidio volontario, in carcere ne resta ora una sola, Mustafa Dehran, cittadino macedone di 37 anni. Gli altri, tutti rom, sono ai domiciliari con il braccialetto elettronico, ad eccezione del più anziano del gruppo per il quale non è stato ritenuto necessario applicare l’apparecchio.
Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Siamo sorpresi e amareggiati per la scarcerazione degli indagati. Si è trattato di uhn fatto grave che ha colpito la famiglia Dini e tutta la nostra comunità. Se ciò è dipeso dalla legge allora una legge del genere deve essere cambiata». Nardella si è poi detto preoccupato per il fatto che oltretutto alcuni di questi sconteranno la pena nelle case popolari del Comune.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’esponente di destra Achille Totaro, di Fratelli d’Italia: «Dopo sette mesi i responsabili della morte di Duccio Dini sono tutti ai domiciliari: anche il capo della spedizione punitiva in cui a giugno fu investito e ucciso il giovane fiorentino è stato mandato a scontare la pena nelle case popolari assegnate dal Comune. E’ un fatto grave che denunciamo con forza perché è una vicenda che non deve passare sotto silenzio. Ed è grave i responsabili di quella morte siano tornati nelle case del Comune, che contribuisce così ad alleviare la loro detenzione, dopo che il sindaco Nardella si era sprecato in affermazioni e interviste a dire che gli alloggi popolari dovevano essere tolti a queste persone. Queste cose le ha dette Nardella – ha aggiunto il senatore Fdi -, non siamo stati noi ad affermarle. Per noi quelle case non dovevano esser assegnate a queste persone, ma agli italiani e ai fiorentini che pagano le tasse. ‘Prima gli italiani’ per noi non è solo uno slogan. Il sindaco di Firenze si dice per la sicurezza, ma solo a parole. Basta vedere cosa succede sulla tramvia per Scandicci (Firenze), che la notte diventa terra di nessuno. Le denunce dei cittadini si sprecano, ma non si è mai visto un vigile, un poliziotto, neppure una sicurezza privata. E Nardella non fa niente».