Il decreto sicurezza: Sergio Bedessi e Fabio Piccioni ce lo spiegano in un libro
La nuova normativa in tema di sicurezza e immigrazione, fortemente voluta dal ministro Salvini, ha provocato commenti negativi da parte della sinistra e delle associazioni cattoliche, soprattutto per la parte che riguarda l’immigrazione, e di magistrati, amministratori e giuristi per quanto riguarda la sicurezza.
Un recentissimo volume di Sergio Bedessi e Fabio Piccioni «Il decreto sicurezza. Nuove norme in materia di circolazione stradale, sicurezza urbana, immigrazione e polizia locale», Maggioli Editore, 2019, fornisce un eccellente contributo per la comprensione delle principali norme contenute nel provvedimento citato.
La novella apportata dal D.L. 113/2018, convertito con modifiche nella L. 132/2018 – che prevede una riforma di circa 30 provvedimenti legislativi e regolamentari – si articola in tre parti (cui corrispondono altrettanti titoli) in materia di immigrazione, sicurezza pubblica, organizzazione dell’amministrazione civile del Ministero dell’interno e dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata, cui si aggiunge il titolo IV recante disposizioni finanziarie e finali.
Il commentario intende apprestare uno strumento informativo volto a favorire l’impatto dei nuovi congegni giuridici con la realtà concreta. Il testo procede con l’analisi e la descrizione della normativa, nel tentativo di prefigurare le ricadute derivanti dall’impatto delle nuove disposizioni nel tessuto normativo del sistema e a porre in evidenza la peculiarità delle singole scansioni, al fine di individuare i problemi esegetici offerti alla riflessione letteraria e giurisprudenziale.
L ’obiettivo è quello di illustrare le numerose novità proposte, offrendo un primo esame delle disposizioni di maggior interesse nel percorso a ostacoli dovuto al doppio binario tra procedimento amministrativo e diritto penale, interno e comunitario.
Leggendo il volume ci sembra che gli autori siano riusciti nell’intento di facilitare gli operatori del diritto, ma anche gli studiosi e i semplici cittadini, nella non agevole comprensione del complesso testo legislativo.