Disoccupazione e prezzo della benzina, due problemi tutti italiani

FIRENZE – Lavorare è diventata una missione, esattamente come trovare i distributori che praticano qualche sconticino. L’Italia, o meglio gli italiani, sono alle prese quotidianamente con la ricerca di occupazione e con la possibilità (sempre più remota) di risparmiare alla pompa.

La disoccupazione a luglio, segnala l’Istat, si ferma al 12%, invariata rispetto a giugno anche se resta in aumento su base annua, con un rialzo di 1,3 punti. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 39,5% (+0,4% mese e +4,3% anno). Crolla il numero degli occupati: sono diminuiti di 585.000 unità rispetto a un anno prima (-2,5%) ma il calo si concentra nel Mezzogiorno (-5,4%, pari a -335.000 unità).

Tamoil, Shell e Q8 hanno aumentato i prezzi di benzina e diesel (+1 cent al litro). IP ha aumentato di 1 cent la verde e 0,5 il diesel mentre Esso segna +0,5 cent su entrambi i prodotti. Ferma per ora Eni (a 1,825 euro al litro) che aveva inaugurato gli aumenti. Le medie nazionali della benzina e del diesel adesso sono rispettivamente a 1,845 e 1,748 euro al litro (Gpl a 0,817). Il salasso, alla pompa, è servito. Questione o non questione siriana che fa impennare il prezzo del petrolio.

C’è poi la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva. «La possibilità che l’aumento dell’Iva venga eliminato per sempre è sotto il 5% ma per questi ulteriori 3 mesi la possibilità è abbastanza buona» ha detto il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, spiegando che il rinvio dovrà essere inserito in una riforma generale delle aliquote. Con l’aumento dell’Iva le famiglie meno abbienti saranno quelle più penalizzate, sostiene il centro studi della Cgia di Mestre.