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Renzi – Letta: un derby toscano

Enrico Letta e Matteo Renzi

Con i recenti comizi di Forli e Genova, protagonisti Matteo Renzi, Guglielmo Epifani e Enrico Letta, il congresso del Pd è praticamente iniziato. Renzi ha fatto un discorso complesso, ha illustrato le sue idee generali in tema di equità nel welfare (esemplificato dai trasferimenti tra pensioni d’oro e pensioni minime), investimenti per la scuola, lavoro per donne e giovani. Ha parlato di un Pd che intende riabilitare la politica, che crea innovazione e aiuta le imprese, che non parla più solo di Berlusconi. Pensa a un partito diverso rispetto a quello di Bersani, che era strutturato e radicato nel territorio. Un partito a rete e non più piramidale, con meno ruoli interni, uffici e strutture burocratiche. Illustra quello che non va nel partito e nella società, evoca un Pd capace di parlare ai delusi: a quelli del Pdl stanchi di Berlusconi, e a quelli del Pd, stanchi di perdere a causa dei dirigenti «che c’erano prima».

Renzi ha aperto in sostanza una fase nuova che lo porterà a competere, anche se non immediatamente, con Enrico Letta per la premiership del paese. Perché probabilmente il presidente del Consiglio non si tirerà indietro. «Io lavoro sul governo», è il commento laconico di Letta alle parole genovesi di Renzi. Questa prospettiva è confermata dall’on. Francesco Boccia, da sempre vicino a Letta: «Abbiamo definitivamente voltato pagina. Dietro Enrico e Matteo nascerà una nuova classe dirigente, nascerà un nuovo Pd».

Il dibattito interno fra i democratici in questa fase è volto infatti a preparare la leadership per le prossime elezioni. Un importante appoggio a Renzi viene dal ministro Dario Franceschini che afferma: “Dopo anni di scontri nel centrosinistra c’è bisogno adesso di unità e se Renzi, come ha detto, lavorerà da segretario per innovare il Pd, tenendolo unito e non dividendolo sono pronto a votarlo.” I bersaniani non hanno trovato un candidato alternativo, guardano ancora a Stefano Fassina, Guglielmo Epifani, Roberto Speranza o Nicola Zingaretti, ma alla fine potrebbero puntare su Gianni Cuperlo.

I giochi sono appena iniziati, vedremo le prossime mosse, ma se Renzi saprà sfruttare l’effetto novità e incrementare il seguito che finora si è conquistato, potrà puntare con serie possibilità a ottenere la leadership nazionale del centrosinistra. Per poi mirare, dopo le prossime elezioni, alla guida del governo. Sarà comunque una bella battaglia, combattuta sullo sfondo delle polemiche che accompagnano e accompagneranno il dibattito sull’agibilità politica del Cavaliere. Ma questa è tutta un’altra storia.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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