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Islam: Ucooi chiede di pregare in luoghi dignitosi, costruendo moschee

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BOLOGNA – «C’è un problema reale sui luoghi di culto, che non riguarda solo le comunità islamiche. Su questo
vorremmo intraprendere un percorso per una legge sulla libertà religiosa che vada a regolamentarne l’apertura. Chiediamo, non pretendiamo, che le comunità islamiche siano messe in condizione di aprire luoghi di culto dignitosi». E’ uno dei punti su cui ha insistito Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, nella sua relazione all”assemblea generale dell’Unione, di fronte ai delegati da tutta Italia.
«E’ impensabile che nel 2019 in Europa, nella nostra Italia, un musulmano debba andare in uno scantinato e nascondersi per fare una preghiera. Stiamo parlando di diritti costituzionali, non ci stiamo inventando nulla», ha aggiunto, ricordando che i musulmani in Italia sono circa 2,5 milioni e le sale di preghiera censite, due anni fa, 1.200. «Potrebbero essere anche di più, ma soffrono di precarietà. Molte sono in affitto, possono chiudere in un posto e riaprire un altro. Le moschee vere e proprie si contano sulle dita di due mani».

L’Islam chiede, ma sotto sotto pretende, di espandersi in modo illimitato, probabilmente costruendo moschee dappertutto ove esistono comunità islamiche, facendo riferimento ai principi della Costituzione italiana, ma dimenticando che nei paesi islamici non ci sono grandi possibilità di costruitr chiese. Libertà a senso unico dunque.

Ma Lafram si è avventurato anche a chiedere sostanzialmente l’applicazione veloce dello ius soli, approfittando della presenza di Adam El Hamami, uno dei ragazzini di San Donato milanese che ormai sono presenti dappertutto. «Noi pensiamo che i ragazzi figli di immigrati, che nascono in Italia sono italiani di fatto, perché crescono in un Paese e si sentono appartenenti a questo Paese che è l’Italia. Ahimè questi ragazzi – ha proseguito Laframm, parlando in
generale – scoprono di essere poi stranieri a una certa età, quando magari devono fare la gita a Londra: quando devono chiedere il visto, scoprono che hanno un documento diverso rispetto ai loro compagni di classe». Un assist alle richieste avanzate più volte dalle sinistre e dalle associazioni interessate, che non sono state capaci di approvare la legge nei lunghi anni del loro governo.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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