Class action è legge: la procedura entra nel codice di procedura civile. Esulta M5S. Critica Forza Italia
ROMA – La class action, ossia la regola per un’azione legale collettiva, diventa legge. L’Aula di Palazzo Madama ha approvato definitivamente il ddl n. 844, in materia di azione di classe (Class action), incardinato nella seduta di martedì 2 aprile con le relazione dei senatori Pepe e Girotto. I voti a favore sono stati 206, un contrario, mentre 44 senatori si sono astenuti. Cambiano, con questa votazione, le regole per intraprendere un’azione legale collettiva per un danno subito collegialmente. Con l’ok al ddl sulla Class action questa procedura viene trasferita dal Codice del consumo al Codice di procedura civile. Si tratta del un nuovo titolo VIII-bis «Dei procedimenti collettivi», composto da 15 articoli che danno l’estensione generalizzata della legittimazione ad agire a tutti i soggetti
che avanzino pretese risarcitorie rispetto a condotte lesive. Non compare la parola consumatori, ma si parla di diritti individuali omogenei, tutelabili anche attraverso l’azione di classe.
Esultano il Movimento 5 Stelle e una parte delle associazioni dei consumatori. Altri consumatori sono molto critici. Forza Italia lo definisce «un testo giacobino contro le imprese». E attenzione, non sono consentiti ricorsi su contenziosi del passato, ovvero la class action non può essere chiesta per eventi accaduti prima dell’entrata in vigore della legge. Con l’introduzione dell’opt in, l’adesione all’azione potrà avvenire, entro determinati termini, non solo nella fase successiva all’ordinanza, ma anche in quella successiva alla sentenza. L’azione sarà nella titolarità di ciascun componente della classe, nonché delle organizzazioni o associazioni senza scopo di lucro che hanno puntano alla tutela dei diritti omogenei, e che sono iscritte in un elenco tenuto dal Ministero della giustizia.
I destinatari dell’azione di classe possono essere imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, non la Pubblica amministrazione. Inoltre la competenza passa dal tribunale alla sezione specializzata in materia di impresa dei tribunali (e delle Corti di Appello). Con le nuove regole, i procedimenti di class action si articolano in tre fasi: la prima e la seconda relative, rispettivamente,
all’ammissibilità dell’azione e alla decisione sul merito, e l’ultima relativa alla liquidazione delle somme dovute agli aderenti all’azione. Il tribunale ha trenta giorni di tempo per decidere sull’ammissibilità dell’azione, la relativa ordinanza va pubblicata entro 15 giorni ed è reclamabile entro 30 giorni in Corte d’appello, che decide, in camera di consiglio, con ordinanza entro 30 giorni.