Il nuovo stadio visto dalle curve
Nuova Fiorentina e nuovo stadio, entrambi brillanti alla prova dell’esordio stagionale.
Scintillanti i nuovi seggiolini – pardon, poltrone – della tribuna dell’Artemio Franchi, tutti viola come le casacche dei giocatori in campo.
Si è parlato tanto di nuovo stadio, anche se non è esattamente così. Castello, la Mercafir e le mille polemiche che ammantano di incertezza ogni ipotesi sul nuovo impianto sportivo della ACF Fiorentina sono sempre lì. E così intanto ci godiamo un Franchi ringiovanito, con la sua nuova tribuna tutta viola. Sì, perché mentre da una parte tutto tace (Castello, Mercafir…), dall’altra si è parlato poco e si è fatto tanto. E’ dell’anno scorso il rifacimento dell’intero settore parterre di Maratona, con l’abbattimento delle barriere che separavano gli spalti dal terreno di gioco. E’ di quest’anno il cambio di look della tribuna, interamente ridisegnata. Per non parlare dei nuovi «campini», che oggi si fatica a chiamare ancora così. Da bucolici «campini» di allenamento visibili dal viale dei Mille, abbiamo oggi un mini centro sportivo moderno e funzionale. E se anche sono ormai nascosti alla vista dell’uomo della strada – del viale dei Mille appunto – di certo sono più apprezzati dagli allenatori.
UN FRANCHI ALL’INGLESE
Si è detto tanto della vera innovazione di quest’anno: il pubblico in campo. O meglio, la nuova conformazione dei posti in tribuna che grazie all’abbattimento totale delle barriere permette al tifoso fiorentino di sedersi a bordo campo, senza che ci sia nulla a separarlo dai calciatori salvo una esile ringhiera di metallo. Le panchine sono state arretrate rispetto al terreno di gioco ed inserite «all’interno» del settore parterre di tribuna. Ne hanno fatto le spese le panche che tradizionalmente erano riservate fra gli altri al medico dell’antidoping, ora spostate sotto le curve.
«Proprio come in uno stadio inglese»_ grida la gente, che negli occhi ha le immagini dei campioni della Premier league, che dopo un gol festeggiano lanciandosi fra le braccia del pubblico. Certo, il sogno è di vedere Mario Gomez che dopo aver segnato il gol decisivo a Buffon si getta pazzo di felicità fra le braccia calorose degli abbonati di tribuna e magari un domani direttamente in Fiesole. Già, ma sarà proprio così? Di certo c’è che l’idea della Fiorentina è sperimentale in Italia. Non a caso fra i tifosi si respira il buonumore, non soltanto per una squadra che promette meraviglie, ma anche per i segnali che la proprietà fiorentina manda a tutto il calcio italiano. E Firenze ne è orgogliosa.
GLI ALTRI STADI
Quello dell’abbattimento delle barriere è un passo ulteriore rispetto alla questione lungamente dibattuta della costruzione di nuovi impianti di proprietà delle società calcistiche, che devono soppiantare i vecchi stadi comunali, inadatti a portare reddito. Anche in questo campo la Fiorentina dei Della Valle si mosse per tempo, salvo poi aver lasciato il primato alla nemica giurata Juventus. Lo Juventus stadium, inaugurato l’8 settembre 2011, è ad oggi l’unico impianto di proprietà della serie A. Va citato anche l’ex Giglio di Reggio Emilia, che oggi si chiama Mapei stadium. Il Sassuolo, che lo ha preso in affitto per due anni, lo vorrebbe acquistare all’asta fallimentare che si terrà a dicembre. Si è mossa anche l’Udinese, seppur con una ristrutturazione dell’impianto esistente. Il nuovo stadio Friuli sarà pronto entro il 2014.
Poi tanti render. Disegni futuristici, che spingono i tifosi a sognare una partita all’asciutto in una giornata piovosa, negozi aperti dentro lo stadio o la stanza dei trofei visitabile prima della partita. Per adesso tanti bellissimi ponti sullo stretto.
LA PAROLA AI TIFOSI
Intanto la Fiorentina ha abbattuto le barriere al Franchi. Ma cosa ne dicono i tifosi? Quasi tutti i pareri sono positivi. Ma si trova anche qualche voce fuori dal coro: c’è chi in maratona denuncia, dopo i nuovi lavori, di avere la visuale della linea di fondocampo coperta dalla paratia che separa il parterre dal campo. Ma sono in pochi.
Eppure nell’ammirare la nuova tribuna bisogna anche considerare l’aumento del costo dell’abbonamento. Chi, ad esempio, l’anno scorso pagava 1650 euro oggi ne spende 2200. Certo, il nome «poltronissima» è molto più morbido e accogliente del vecchio «poltroncina», ma la differenza di spesa resta. Probabilmente ne vale la pena. C’è da chiedersi piuttosto se un intervento del genere sarebbe ben visto anche in curva, dove i prezzi degli abbonamenti sono ad oggi davvero contenuti. Spesso la Fiesole lancia cori per chiedere che lo stadio venga coperto; accetterebbero i tifosi delle curve un aumento dei prezzi nel loro settore?
OCCHIO ALLE PROVOCAZIONI
E poi c’è la questione più delicata. Saprà il pubblico fiorentino reggere alle pressioni di una partita importante o alle provocazioni di un giocatore avversario? L’insidia dell’invasione di campo o del tiro al bersaglio contro le panchine sarà sempre in agguato. E nessuno è mai stato clemente con Firenze nel passato. Il preliminare di Europa league contro il Grasshopper dovrebbe ricordare la partita del 1998 giocata a Salerno per squalifica del Franchi, con l’ulteriore beffa della sconfitta a tavolino per il lancio dagli spalti di una bomba carta. Intanto, nelle prime due partite contro Catania e Grasshopper il pubblico della nuova tribuna è stato impeccabile. Anzi no.
All’indomani della partita contro il Catania su televisione ed internet rimbalza la notizia che l’allenatore degli etnei, Maran, è stato colpito da una monetina lanciata dagli spalti. Ad un’analisi più approfondita emerge che la presunta monetina era una farfallina, insieme a scuse ufficiali. Poco importa, la musica sarà questa. Il pubblico è avvertito.
SPUNTI DI DISCUSSIONE
Comunque sia, rispetto ad anni in cui si è contribuito a rendere gli stadi italiani scomodi ed obsoleti, per puntare tutto sulle televisioni, oggi si intravede forse un cambio di rotta. Ma la disputa stadio-tv sembra ancora una lotta impari. Alzi la mano chi conosce le «crane-cams». Trattasi di telecamere per effettuare riprese dinamiche da dietro le porte. Chi guarda la partita dalle curve si trova spesso la visuale coperta da un’impalcatura nera che si sposta seguendo il pallone, un vero impiccio che fa rimpiangere la vecchia rete che separava le curve dal campo. Giusto sfavorire chi paga l’abbonamento allo stadio per offrire riprese migliori e più belle a chi paga l’abbonamento tv?
Per non parlare dei cartelloni pubblicitari elettronici di bordo campo. Il solito tifoso curvaiolo vede dietro alla porta opposta al suo settore messaggi pubblicitari luminosi e intermittenti: impossibile distinguere il pallone su uno sfondo così.
E se poi la Fiorentina traslocasse in un nuovo stadio, cosa fare del nome «curva Fiesole»?
[N.D.P.]
Giulio
Il mio parere sull’abbattimento delle barriere non può che essere positivo: credo che la società abbia fatto un notevole passo avanti e spero vivamente che questo costituisca un esempio per le altre squadre di serie A. Temo però che, finché non verrrà abbattuto il cliché di tifoserie ‘violente’ sarà difficile arrivare ad abbattere le barriere anche per le curve. Vero è che se si prendono in considerazione gli stadi inglesi (le cui tifoserie sono arcinote per essere rissose e caotiche), il loro esempio non dovrebbe far altro che far ben sperare i tifosi italiani.
Per quanto riguarda la disputa stadio-tv, da tifoso ‘da poltrona’ propendo per la tecnologia, dal momento che le televisioni, come dice Andrea, costituiscono una notevole fetta di mercato.
Macchia
Sono d’accordo con le tue considerazioni, anche se penso che non ci sia nessun cambio di rotta in favore degli stadi e a scapito delle televisioni, che invece rivestono un ruolo sempre più importante nei bilanci dei club. Sembra piuttosto che questi ammodernamenti siano delle toppe sugli stadi vecchi, con la convinzione che prima di realizzare impianti nuovi si dovranno ancora aspettare molti anni…
Per quanto riguarda l’abbonamento, da tifoso della Curva, per la copertura sarei anche disposto a pagare di più l’abbonamento! FV