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Accoglienza e immigrazione: la Caritas respinge le accuse di Salvini ma lancia un segnale di equilibrio e buon senso

Papa Francesco con il salvagente di una piccola migrante

Mentre il giornale dei vescovi Avvenire e il suo Direttore, Mario Tarquinio, non perdono occasione per andare all’attacco del ministro Salvini, giudicato un persecutore dei migranti, e per esaltare l’opera di molte Ong, anche se discutibile, e delle associazioni che, sempre in minor numero ormai, sono dedite all’accoglienza (visto il calo delle rette pagate dallo Stato), la Caritas interviene per cercare di trovare il giusto equilibrio in una situazione che sta sfuggendo di mano.

E lo fa con le parole del vescovo di Vittorio Veneto e presidente della Caritas Italiana, mons. Corrado Pizziolo: «l’accusa del ministro Salvini alle Caritas di una mangiatoia nella gestione dei migranti? Non vale la pena di raccogliere le provocazioni. Ricordo che la Caritas ha svolto un ruolo di supplenza nella gestione di un problema dello Stato. Per anni i prefetti ci hanno supplicato di aiutarli, accogliendo migliaia di profughi. Ora questa supplenza
non la facciamo più, perché non vogliamo essere strumentalizzati da chi poi agisce e parla nei modi citati».

Con l’esperienza di sedi come Torino e Firenze posso sottoscrivere la prima affermazione di Mons. Pizziolo, perché in entrambe le province l’intervento e l’aiuto delle Caritas e dei loro direttori sono stati fondamentali per superare i gravi problemi dell’arrivo in massa di profughi o presunti tali.

«Ci sono situazioni – prosegue Pizziolo – in cui la Caritas non può più aiutare lo Stato. Il dramma è che poi chi ci rimette non sono oggetti o pacchi postali, ma persone. Il governo considera i migranti un fastidio, li tratta prendendo le distanze, taglia servizi fondamentali, per l’integrazione e non solo. Tanti profughi hanno visto torturare e uccidere
connazionali in fuga come loro, quando non addirittura parenti, quindi per superare un trauma simile hanno bisogno di supporto psicologico, oggi non più garantito. Lo Stato organizza l’accoglienza come fosse una sorta di servizio militare». Una modalità che però spesso è necessaria per motivi organizzativi e anche di sicurezza degli stessi ospiti.

Riguardo alla reazione dell’organismo ecclesiale al decreto Sicurezza, Pizziolo precisa che «diverse Caritas, come quelle di Trento e Bolzano, partecipano ai bandi e suppliscono con risorse proprie ai finanziamenti che lo Stato non dà più. La Caritas nazionale non ha imposto un’unica linea di condotta, ogni realtà si muove come crede. Cè però una convergenza di intenti sul rilancio e il sostegno del progetto «Rifugiato a casa mia» che prevede l’accoglienza nelle famiglie italiane di singoli o piccoli nuclei. Quanto al ritorno nelle caserme non sapevo niente ma viste le limitazioni imposte all’accoglienza dal decreto Salvini è l’unica strada rimasta». O piuttosto la strada percorribile con più celerità, come accadde nel 2009 a Torino quando ospitammo in un’ala della caserma di Via Asti, ristrutturata appositamente, un gruppo di quasi 500 somali arrivati a Torino da ogni parte d’Italia. Anche allora l’alleanza fra istituzioni statali e locali e Caritas ebbe successo.

Infine, sull’obiettivo di fermare le migrazioni, il presidente della Caritas ribadisce che «non si potrà mai bloccare qualsiasi ingresso. Se non per mare, i migranti arrivano per altre vie. Partendo dal presupposto che le migrazioni non le ha inventate la Caritas, sono un fenomeno più grande di lei e anche del governo. La soluzione è duplice – conclude – pazienza e dialogo».

Su queste conclusioni siamo perfettamente d’accordo con Mons. Pizziolo, non si deve esagerare né su una linea troppo restrittiva – utile peraltro a limitare gli arrivi e a fermare l’invasione che c’era stata per troppo tempo con i governi di sinistra – né sulla linea di un’accoglienza indiscriminata, ponti e non muri (critica ai porti chiusi). predicata recentemente da Papa Francesco. Che è sembrata un’aperta polemica col ministro dell’Interno, pur senza nominarlo. Questa posizione del Presidente della Caritas, illuminata ed equilibrata, dovrebbe evitare scontri di carattere politico e far riflettere anche il Ministro Salvini sulla corretta via da seguire. E che sarebbe corretto e utile adottare, visto che molti sostengono che, per colpa di alcune sue prese di posizioni esagerate, il Governo si sta trovando anche la Chiesa all’opposizione, il che, politicamente, non mi sembra sia stato mai un vantaggio.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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