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Caos procure: Rossi, caso Lotti non provochi scontri e frizioni nel Pd a poco tempo dalle elezioni regionali

FIRENZE – «Il problema del caso Lotti è politico e non giuridico, pertanto non interferisce col garantismo del Pd, giacché Lotti indagato è stato giustamente candidato. La questione politica è stata risolta col passo indietro che Lotti ha fatto, dimostrando in questa scelta senso di responsabilità». Lo dichiara Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

Il governatore toscano adesso vede tre questioni. Innanzitutto «nel Partito Democratico l’apertura di una discussione sull’organizzazione del partito in cui le competenze e i ruoli siano ben definiti, evitando frammistioni di ruoli. Ad esempio sarebbe il caso che il Pd avesse un responsabile giustizia… Insomma il nodo è lo stesso da tempo, quello del partito del leader, del partito leggero o degli staff».

La seconda questione, evidenziata da Rossi, è «quella della riforma del funzionamento del Csm. Appare evidente che le correnti si sono trasformate in gruppi di potere. Ed è urgente dare ai cittadini la certezza che le nomine all’interno della magistratura avvengano senza logiche spartitorie o che risentono di commistione con interessi particolari. Analogamente ritengo che la soluzione non può essere quella dell’estrazione a sorte. Anche su questo il Pd deve discutere e avanzare proposte chiare».

Terza questione che pone Rossi: «La vicenda è di carattere nazionale e vorrei che da nessuna parte fosse
strumentalizzata all’interno del partito, correndo il rischio a livello regionale di produrre scontri e divisioni prepolitiche a distanza di poco tempo dalle elezioni regionali, rispetto alle quali va assicurata l’unità e una discussione politica e programmatica senza scontri e personalismi, che avrebbero effetti devastanti».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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