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Sea Watch: migranti redistribuiti in 5 Paesi. Salvini contro i parlamentari a bordo. La nave avrebbe rischiato di travolgere la motovedetta

Sea Watch, la comandante, poi arrestata, contornata dai parlamentari

ROMA – «Avevamo chiesto l’arresto di una fuorilegge che stanotte ha anche messo a rischio la vita di uomini delle forze dell’ordine italiane, la multa per questa Ong straniera, il sequestro della nave, che ha finito di andare in giro per il Mediterraneo a infrangere leggi, e la distribuzione di tutti gli immigrati a bordo in altri paesi europei e quindi abbiamo fatto bene a chiedere che le leggi fossero rispettate. Mi sembra che giustizia sia fatta. Abbiamo avuto ampie rassicurazioni che tutti gli immigrati a bordo siano divisi in 5 paesi che ringrazio. Brilla per la sua assenza e il suo vergognoso menefreghismo il governo olandese che, ripeto, ha dato una bandiera a una nave fuorilegge fregandosene di quello che poi il suo equipaggio è andato poi a fare per il Mediterraneo». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aggiunge: «Sono incredibili dei parlamentari italiani a bordo di una nave privata straniera che infrange le leggi italiane che stanotte ha messo a rischio la vita di uomini delle forze dell’ordine italiane. Io, fossi in loro e nei loro elettori, mi vergognerei».

Emergono infatti alcune indicazioni provenienti da fonti della Guardia di Finanza. La Sea Watch avrebbe forzato il blocco e posto in pericolo l’incolumità dell’equipaggio della Guardia di Finanza. Con un’azione criminale la nave avrebbe schiacciato contro la banchina l’imbarcazione dei militari, che hanno rischiato di morire e spargendo il terrore sulla motovedetta che ha rischiato di essere travolta da un bestione di 600 tonnellate. Alla fine il commento più apprpriato, «salvano vite e poi rischiano di uccidere uomini dello Stato».

La comandante Carola ha dunque sfidato il divieto delle autorità italiane e poco prima delle tre di notte è stata prelevata dagli uomini della Guardia di finanza che l’hanno portata in auto nei locali del comando sull’isola, dove è stata raggiunta dal suo avvocato. La capitana andrà agli arresti domiciliari. È stata infatti arrestata in flagranza di reato per violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai tre a 10 anni di reclusione. La Procura di Agrigento le ha contestato anche il tentato naufragio della motovedetta della Guardia di Finanza, speronata dalla nave durante la manovra di attracco.

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