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Carola, Moscopoli e von der Leyen, la sinistra le ha tentate tutte, ma Salvini resiste

Il vice premier Matteo Salvini
ANSA / MATTEO BAZZI

Lo scenario è sempre lo stesso, quasi ovunque ma soprattutto in Italia e in America. Quando vanno al governo forze non collegate alla sinistra e agli ambienti finanziari ed economici internazionali, i democratici cercano quasi subito di sovvertire il volere degli elettori per via giudiziaria, o montando scandali o, nel caso dell’Italia., contando sull’intervento degli amici europei o di Capi dello Stato. Nessuno dimentica il ruolo prima di Scalfaro e poi di Napolitano nella caduta di due Governi Berlusconi, passando per l’artificio di un governo tecnico (Dini e Monti) per poi tornare ai governi di sinistra.

Ma attualmente la tattica abilmente (ma non troppo) orchestrata dai democratici americani, con alla testa la speaker della camera Nancy Pelosi, e in Italia dal Pd con alla testa (si fa per dire) Zingaretti non sembra produrre molti effetti. Tanto che sia Salvini che Trump sono sulla cresta dell’onda dei sondaggi.

Anche in Italia la sequenza degli attacchi alla baionetta contro Salvini è stata continua e massiccia, senza peraltro conseguire risultati in termini di consenso elettorale, almeno a stare ai sondaggi che ogni lunedì Enrico Mentana ci somministra dal telegiornale serale di La7. L’ultimo darebbe la Lega ancora in crescita, fino a lambire il fatidico 40%.

Si è data come sicura l’utilizzazione della finestra aperta fino al 20 luglio da parte della Lega, con la prospettiva di una consultazione politica a settembre. In contemporanea si è accreditata l’apertura della procedura per debito eccessivo su iniziativa della Commissione europea. Lo dicevano stampa e televisioni schierate, lo certificava tutta la composita squadra di guru, in perenne servizio attivo antiLega.

Non è mancato neppure il continuo martellamento sul fallimento delle due riforme identitarie del Governo, reddito di cittadinanza e quota 100, che, per oggi, hanno solo rivelato di costare meno del previsto, liberando somme per la manovra di assestamento del bilancio; nonché sul costante ed irreversibile deterioramento del sistema Italia, che, per il momento, mostra un equilibrio strutturale, se pure nel quadro recessivo comune alla stessa Germania, cioè alla locomotiva dell’Europa.

Quindi si è cambiato strategia, puntando sull’immigrazione e sull’azione delle navi Ong, arrivando alla beatificazione della tedesca Carola, eroina della sinistra antisalviniana, anche in virtù di un’ordinanza della Gip di Agrigento, contestatissima dalla procura di quel capoluogo. Infatti, anche se avesse avuto dubbi sulla costituzionalità del decreto sicurezza bis, avrebbe dovuto rimettere la questione alla Corte costituzionale, non essendo praticabile alcuna lettura secundum constitutionem.

Altra via, usuale delle sinistre, quella di cavalcare scandali quali il caso «Moscopoli», senza tener conto alcuno dell’indagine aperta dalla procura di Milano, che la ritiene complessa e lunga.

A suo tempo anche contro Berlusconi fu tentata questa via (ricordate l’avviso di garanzia recapitato da Borrelli tramite le pagine del Corriere della sera?), ma l’effetto negativo per il cavaliere non dipese da cali di consensi elettorali ma dall’azione a tenaglia e incessante operata dalla magistratura, non solo milanese. Oltre che dall’azione del Capo dello Stato. Berlusconi è dunque quasi sparito dall’orizzonte degli elettori italiani, ma è subentrato prepotentemente Salvini, contro il quale si stanno scatenando mass media schierati, intellettuali progressisti, una parte non piccola della magistratura. Che dal canto suo deve riflettere sulle vicende che hanno recentemente interessato Palamara ed alti gradi fino a colpire il procuratore Generale della cassazione.

Tenuto conto dei sondaggi, non solo di Mentana, ma anche di altri, considerata la tenuta, anzi la crescita della Lega, si ha la conferma che l’italiano è ampiamente vaccinato sui complotti e sui percorsi penali (Palamara in una delle sue intercettazioni ha affermato che, in ragione della sua corrente nella Anm, doveva combattere Berlusconi!). L’italiano medio, a differenza degli intellettualini, scrittori, disegnatori e cineasti che si abbeverano a quanto affermano certi giornali, vuole proposte politiche che lui consideri condivisibili e praticabili, a cominciare dalla immigrazione e dalla sicurezza, per finire alla situazione economica.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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