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Anarchici e No Tav all’attacco, prima il sabotaggio a Rovezzano, sabato manifestazione in Val di Susa

Assedio al cantiere Tav di Chiomonte

Un copione che si ripete fedelmente e periodicamente sta andando in onda in questa settimana. Gli assalti e i sabotaggi alla linea AV a Rovezzano e l’assedio al cantiere Tav a Chiomonte in Val di Susa non costituiscono certo una novità e per chi è stato prefetto prima di Torino e poi di Firenze è facile trovare analogie nel comportamento e nelle manifestazioni degli anarchici di oggi e di qualche anno or sono.

Partiamo da quello che ormai le indagini sembrano individuare come sabotaggio opera di un gruppo anarchico e che ha nuovamente tagliato in due l’Italia. La conferma verrebbe anche da una scritta vergata sul Ponte di via baracca, che recita: «Giudice boia e Pm assassino». La A di boia e cerchiata col simbolo degli anarchici che fa subito pensare alla sentenza che ha portato alle condanne per gli anarchici dell’ex Villa Panico e della casa occupata La Riottosa. Chi ha commesso l’attentato alla stazione di Rovezzano sapeva il fatto suo, ha scelto un punto dove non ci sono telecamere e ha usato della benzina per appiccare i tre roghi e le fiamme hanno distrutto qualsiasi possibilità di avere un Dna. Sulla vicenda la procura ha aperto un inchiesta per attentato alla sicurezza dei trasporti e danneggiamento aggravato. Al momento non è contestata l’aggravante del terorrismo. «Alla stessa stregua delle attività di indagine svolte dalla Polizia per il processo a carico dei 39 militanti dell’area anarchica appena concluso in primo grado, anche questa indagine di Polizia sul danneggiamento di Rovezzano sta procedendo, con il coordinamento della Procura di Firenze, mediante la certosina analisi degli indizi e degli elementi di prova raccolti e che sono tutt’ora in corso di valutazione», dice il dirigente della Digos di Firenze, Lucio Pifferi. «L’attività investigativa — aggiunge — è tesa a stabilire le responsabilità degli autori del reato, a prescindere da possibili attribuzioni del fatto a specifiche aree di militanza ideologica».

Scenario diverso, ma stessa situazione in Val di Susa, dove si preannuncia una manifestazione nutrita alla quale daranno man forte anarcoinsurrezionalisti e anarchici non solo delle altre regioni, ma anche di altri Paesi europei. L’allerta a breve termine è rappresentata dalla manifestazione di sabato, definita dalla Digos e dai servizi di informazione e sicurezza da bollino rosso. Sui forum antagonisti si rincorrono post inneggianti allo scontro armato. Negli stessi portali ufficiali si annuncia l’arrivo di «rinforzi» da altre regioni e dall’estero, con anarchici segnalati da Francia, Spagna e Svizzera. La manifestazione di sabato costituirebbero l’epilogo di una serie di avvenimenti, iniziati con la condanna di lunedì di alcuni anarchici a Firenze e con l’azione eversiva sulle cabine elettrice dell’alta velocità in Toscana che ha, di fatto, diviso in due l’Italia.

«Speriamo non ci siano episodi di violenza, se ci fossero verranno perseguiti come la legge prevede. Non ammetteremo violenze nei confronti di poliziotti e carabinieri. Nessun atto di violenza resterà impunito». Lo afferma a ‘Radio anch’io’ il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini sul corteo No Tav di sabato, mentre il prefetto di Torino, Claudio Palomba, invita i grillini a non unirsi alle manifestazioni dei violenti.

I tam tam dei siti No Tav rullano e chiamano a raccolta. E ogni volta che si sono verificate situazioni di questo tipo le Forze dell’ordine hanno dovuto far fronte a attacchi violenti, sia poure sferrati da una numerosa minoranza di facinorosi che da anni si uniscono alla manifestazioni di No Tav pacifici. Ricordo ancora le minacce che arrivavano a me, allora prefetto di Torino, quando le Forze dell’ordine proteggevano i sondaggi che vennero effettuati nel 2009 anche sul sacro suolo della val di Susa. Ma lo Stato allora vinse la sua battaglia, adesso dovrebbe cercare di replicare, in un momento fondamentale per il proseguimento o la definitiva bocciatura della grande opera.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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