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Premio Boccaccio 2013

«Premio Boccaccio 2013», il racconto della cerimonia

La giuria Premio Boccaccio 2013
La giuria Premio Boccaccio 2013

CERTLDO – Si è conclusa la cerimonia di premiazione del «Boccaccio 2013», tenutasi nello storico Palazzo Pretorio a Certaldo Alto. La serata si è aperta con un caloroso saluto del sindaco di Certaldo, Andrea Campinoti e un nota delicata della Presidente dell’Associazione Boccaccio, Simona Dei: «Quest’anno vogliamo ricordare con emozione tutti i volti che hanno segnato la storia del premio. Le giurie, i sostenitori, i vincitori e gli amici del Boccaccio. Tutti insieme, per portare avanti questa sfida.»

In un’atmosfera inebriata di cultura, ha introdotto l’attrice teatrale Lucia Poli interpretando con fervore, passione e la minima gestualità una lettura del Decamerone, la novella di «Frate Cipolla».

Subito dopo Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio 3, , ha annunciato dal palco Massimo Franco, per la consegna del premio per il giornalismo. Come ha spiegato il presidente della giuria, Sergio Zavoli: «Il Premio Boccaccio ha riconosciuto la sua qualità di giornalista che eleva a servizio civile, per la sua capacità di elaborare i fatti senza alcuna ideologia, ma in piena lealtà, etica e informazione.».

Massimo Franco, notista del «Corriere delle Sera» ha scritto «La crisi dell’impero Vaticano» (Mondadori Editore). Un testo che affronta i cambiamenti vissuti dalla Chiesa, dalle dimissioni di Benedetto XVI agli scandali delle persone a lui più vicine fino alle vicende più turbolente che hanno visto implicata la Santa Sede. Nell’opera è stata riconosciuta la sensibilità civile e la qualità di scrittura uniche di Massimo Franco.

Catherine Dunne, Mssimo Franco, Aldo Busi
Catherine Dunne, Mssimo Franco, Aldo Busi

Con il romanzo «Quel che ora sappiamo» (Guanda Editore), Catherine Dunne ha saputo emozionare come solo la vera letteratura sa regalare. Vincitrice del premio alla letteratura straniera, la scrittrice irlandese «ha scritto un romanzo sincero e avvolgente, con uno stile asciutto», spiega Margaret Mazzantini, «un incipit con un’immagine straziante, una malattia, un senso di vergogna che si nasconde dietro allo star bene.

Nulla è più potente della conoscenza, ma talvolta l’inconsapevolezza materna dietro cui spesso ci si nasconde, diventa una finta arma contro una verità che fa troppo male.» E’ una storia vista dal punto di vista della madre Ella e del padre Patrick, che ad un certo punto vivono un dramma, il suicidio del figlio Daniel. E’ questa nuda e cruda verità affrontata in modo reale ad esser stata apprezzata dalla giuria.

La scrittrice, dopo aver ritirato il premio, ha dichiarato di voler consegnare parte dell’importo ad Ada Arduini, la traduttrice del suo libro, come segno di riconoscenza dell’importanza di un lavoro, spesso nascosto, ma fondamentale per far conoscere le opere al pubblico di tutto il mondo.

La passione, lo stile segnato dal colore e la varietà dei toni sono alcune delle motivazione che hanno attribuito al «Decamerone» di Aldo Busi il premio per la letteratura.

Con il suo «Decamerone», i protagonisti Fiammetta, Filomena, Emilia, Elissa, Lauretta, Neifile, Pampinea, Dioneo, Filostrato e Panfilo acquistano una nuova voce, attuale e moderna. Lo scrittore ha rinfrescato uno dei capolavori più eccelsi della letteratura italiana del Trecento, traducendo quell’italiano volgare antico nell’italiano di oggi.

Come ha sottolineato Marta Morazzoni, a nome della giuria, il Decamerone è quello stesso del Boccaccio in cui però sentiamo anche la voce di Busi . Rappresenta un atto di fiducia nella prosa, riconosciuta all’unanimità come metafora perfetta in occasione del settecentesimo anniversario della nascita di Boccaccio.

Aldo Busi ha chiosato con un tocco di ironia «Finalmente, dopo ventitre anni dalla sua creazione, la mia opera è stata premiata. Ci misi due anni per trascrivere il testo, tra il 1989 e il 1990, per poi essere pubblicato la prima volta nel 1991. E’ un opera travolgente e pagana della modernità, che rispetto alla Divina Commedia, non da una morale della storia ma lascia il lettore libero di scegliere.»

Sulle note degli archi e una seconda lettura del Decameron di Lucia Poli si è conclusa una delle occasioni più autorevoli per la valorizzazione del patrimonio culturale, prima di tutto italiano.

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