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Malta, richiedenti asilo: raggiunto accordo redistribuzione fra i paesi ue, ma non vale per gli arrivi coi barchini

MALTA – Intesa pilota al vertice Ue a Malta sulla redistribuzione dei richiedenti asilo che approdano in Europa. «Abbiamo raggiunto un accordo per un documento comune» che sarà discusso nel Consiglio Affari Interni che si terrà a Lussemburgo l’8 ottobre», ha fatto sapere il ministro dell’Interno maltese Farrugia.

Il meccanismo di emergenza su cui oggi nel minivertice della Valletta è stato trovato un accordo tra Francia, Germania, Malta e Italia «aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo, ovvero del regolamento di Dublino, ha detto il ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, aggiungendo che senza questo accordo, la revisione di Dublino non sarebbe mai possibile». Il ministro tedesco ha specificato che oggi sono stati «identificati alcuni regolamenti che aiutano Italia e Malta con procedure chiare e prevedibili per la riduzione dei rifugiati» e si è detto «ottimista che in un breve futuro riusciremo a fare una politica comune europea».

Nel corso del vertice è stato raggiunto tra i Paesi partecipanti un accordo per i ricollocamenti dei richiedenti asilo in tempi molto rapidi, ha riferito il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Tra i punti di accordo raggiunti nella bozza di documento che poi verrà presentata al vertice dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea il 7 e l’8 ottobre in Lussemburgo, Lamorgese elenca la questione della rotazione volontaria dei porti che, aggiunge, non avverrà solamente quando i porti di Italia e Malta saranno già saturi, ma come principio generale. C’è poi la questione della distribuzione dei migranti su base obbligatoria che, spiega, avverrà con percentuali che saranno stabilite a seconda del numero dei Paesi Ue che aderiranno all’accordo. L’accordo, ha detto il ministro, prevede che entro quattro settimane i migranti richiedenti asilo vengano ricollocati in altri Paesi che si faranno carico delle procedure di verifica dei requisiti e degli eventuali rimpatri. Ma il ministro ha aggiunto un dettaglio importante, l’accordo riguarda gli sbarchi delle Ong o di altre navi, come quelle militari e della Guardia costiera, non i barchini che arrivano sulle nostre coste, fatto questo che, alla luce degli ultimi dati, vanifica in gran parte la valenza dell’accordo.

Sui migranti – ha avvertito intanto da New York il premier Conte – «non accetteremo alcun meccanismo che possa risultare incentivante per nuovi arrivi, la nostra politica è molto rigorosa e non arretreremo di un millimetro, l’Italia deve decidere che arriva nel suo territorio, nel rispetto delle convenzioni, ma uno Stato sovrano deve contrastare l’immigrazione clandestina». Si vede che il premier ha parlato veramente da lontano, dall’America, perché nelle anticipazioni dell’accordo – molto vago e indefinito – non risulta esserci niente di quanto affermato da lui.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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