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Direzione Nazionale Pd: strategie di future alleanze e bordate contro Renzi. Dal 3 al 6 ottobre campagna di tesseramento

Nuove alleanze, scissioni, ritorni, addii: e’la prima Direzione nazionale del Partito Democratico post governo giallo rosso e senza Matteo Renzi. Tanti gli argomenti all’ordine del giorno della riunione dem, da quelli governativi, legge di bilancio, immigrazione, Europa, riforma della legge elettorale, a quelli piu’ interni, primo fra tutti la rottura con l’ex segretario e la nuova formazione politica, Italia Viva. E’ toccato al vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, il compito di aprire la Direzione nazionale, con una relazione che ha toccato tutti i punti dell’ultimo mese, partendo dalla formazione del governo con il M5S: «Il governo con il M5S puo’ essere un’occasione per il paese, dobbiamo offrire una risposta diversa alla paura, e la sfida si vince se si cambia nel profondo. Si deve ripensare la nostra visione politica e la nostra organizzazione».

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nelle conclusioni, ha rilanciato la necessita’ di aprire una fase nuova a partiredalle giornate per il tesseramento: «Dal 3 al 6 ottobre ci sara’in tutte le piazze una grande mobilitazione del Pd per il tesseramento, non prendiamola sotto gamba». E sulle future alleanze in vista delle prossime regionali, primo appuntamento in Umbria, rilancia: «Si devono verificare tutte le possibilita’ di allargare il nostro campo, a partire dai territori. Ora serve un Pd a vocazione maggioritaria per costruire un progetto forte e credibile».

Grande presenza/assenza alla direzione post scissione quella diMatteo Renzi, nome evocato in tutti gli interventi. Tra i piu’duri, quello del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: «Credo che la scissione di Renzi sia stata un errore imperdonabile, sbagliata per le ragioni politiche e perche’ indebolisce il nostro campo». D’accordo con Guerini il segretario dem: «Sulla scissione di Renzila penso come Guerini, e’ stata un errore – ma precisa – non l’hovissuta come una liberazione, anzi l’esatto contrario».

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