Manovra: quota 100 resta. Imu: dal 2022 deducibilità sui capannoni. Ultimi scontri nel governo
ROMA – Ultimi confronti (e scontri), fra Pd, 5 Stelle e renziani, sulla manovra economica, in vista del Consiglio dei ministri convocato per questa sera alle 21 a Palazzo Chigi. «Stiamo ancora lavorando agli ultimi dettagli – dice il ministro per l’Economia Roberto Gualtieri – mail quadro di fondo è definito. È stato difficile ma ci siamo riusciti, l’Iva non aumenterà, ci saranno più soldi in busta paga, più investimenti e un robusto pacchetto famiglia». Intanto dal ministero dello Sviluppo Economico emergono alcuni dettagli sul provvedimento, tra gli altri l’anticipo di un anno, al 2022, la deducibilità al 100% dell’Imu sui capannoni.
L’ipotesi che più si sta facendo strada in queste ore prevede – inoltre – uno stanziamento di 3 miliardi 175 milioni, a regime, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Secondo quanto si apprende, sarebbe questa la cifra che il governo si appresta a inserire in manovra. Le risorse in più sarebbero pari a circa 1,4 miliardi, visto che la precedente legge di Bilancio già ne prevedeva circa 1,8. Il rinnovo copre gli anni che vanno dal 2019 al 2021. L’intero ammontare si renderebbe disponibile quindi dal 2021, appunto a regime. Con la manovra – si spiega da fonti del ministero dello Sviluppo – vengono riconfermate Industria 4.0 e Nuova Sabatini.
Dopo le tensioni di ieri Italia Viva smorza i toni con Luigi Marattin che assicura: «Nessuna barricata su quota 100, abbiamo delle idee su come governare il Paese ed è giusto che vengano composte in maggioranza. Il diktat è sull’Iva, sul resto discutiamo tranquillamente, senza che ogni nostra idea sia vista come un ricatto, ma anche senza che sia vista come una ricerca di visibilità». Sul punto il premier Giuseppe Conte è intervenuto in un convegno del Cnr e ha puntualizzato: «Quota 100 rimane, è questo l’indirizzo politico».