Crisi, Saccomanni: «Gli italiani meritano la verità sui conti»
FIRENZE – Pdl scatenato contro Fabrizio Saccomanni. Le parole che il ministro dell’Economia ha pronunciato, «l’Italia mantenga gli impegni sui conti pubblici o mi dimetto», hanno fatto partire un fuoco di fila contro l’ex direttore generale della Banca d’Italia. «Le sue parole non fanno paura» ha detto Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto aggiunge: «Se vuole fare il premier diventa un problema».
Ma da Palazzo Chigi arriva un secco stop. «Il premier Letta esprime a Saccomanni vicinanza e piena sintonia. I margini per soluzioni di politica economica ci sono. Devono finire gli aut aut al governo».
Da Chianciano Terme ha parlato anche lo stesso Saccomanni: «Il ministro fa il suo dovere, ma credo sia arrivato il momento per fare un dibattito sereno e pacato sui conti dello Stato» ha risposto Saccomanni ai giornalisti che gli chiedevano chiarimenti sull’ipotesi delle sue dimissioni. «Gli italiani meritano di sapere come stanno le cose e non soltanto slogan di carattere propagandistico».
In difesa del ministro scende in campo il suo vice Stefano Fassina. «Saccomanni è molto preoccupato rispetto alla situazione della finanza pubblica e alla demagogia che segna una parte della maggioranza che sostiene il Governo Letta. Se si andasse a votare a marzo l’Italia rischia il commissariamento». Poi Fassina indica una strada per affrontare le emergenze contabili: «Lasciare l’Imu sul 10% delle abitazioni di maggior valore, così da poter eliminare l’Iva».
E’ arrivata anche la presa di posizione del segretario Pd Guglielmo Epifani: «Saccomanni ha la nostra fiducia, l’unica cosa che gli chiediamo è che quando si tratterà di fare scelte di rigore si ricordi sempre che in una crisi come questa le scelte di rigore hanno bisogno di grande equità e grande giustizia sociale».
Non si è fatta attendere la replica di Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, a Fassina: «Al viceministro comunista del Pd, Stefano Fassina, rispondiamo con le proposte di coperture, per un totale di 10,5 miliardi, che abbiamo già consegnato, in forma ufficiale, al suo presidente del Consiglio, Enrico Letta, nella giornata di mercoledì 18 settembre, e che sono state pubblicate, a scanso di equivoci, il giorno successivo, giovedì 19 settembre. Forse il viceministro comunista Fassina, tutto intento a partecipare a inutili assemblee del suo partito, non le ha lette». Poi, riferendosi a Saccomanni, Brunetta appare questa volta più conciliante: «Perché mai dovrebbe dimettersi? ».